Senza di lei

Da sette mesi conservo un ritaglio della Stampa in cui Massimo Gramellini racconta che aveva rinunciato alla tv per una settimana: gli si era rotto il televisore. E io da sette mesi non trovo il coraggio di scrivere la mia versione nel timore di passare per snob, per uno di quelli che finge di schifare la televisione. Gramellini racconta un’astinenza in grado di cambiare marcatamente i bioritmi della giornata, far dormire meglio, stiracchiare il tempo libero e metterlo a disposizione di letture e passeggiate, ridonare una freschezza e un’energia che spesso si erano stravaccate in poltrona. Probabile: ma ci si abitua a tutto, e ve lo assicura un tizio (ecco, ho timore a scriverlo) che si è astenuto dalla televisione negli ultimi tre anni. È capitato per caso: ho traslocato in un caseggiato privo di antenna, appunto tre anni fa, e ogni proposito di farla installare è stato via via rimandato: non per dolo ma per pigrizia. Vedo solamente, e malissimo, La7.

Negli uffici Mediaset c’è una rete interna che permette di recuperare e vedere programmi che è il caso che io veda per ragioni professionali, e per ora è sufficiente. Ormai sono abituato e non me ne vanto, mi sembra normale, ci faccio caso solo in casa d’altri: il televisore acceso mi incuriosisce come un giocattolo che prima poi dovrò tornare a procurarmi. Prima o poi.

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