Senza titolari la «Zanzara» punge poco

Qualche giorno fa, per condurre l’apprezzatissima trasmissione La zanzara, dietro i microfoni di Radio 24, c’era Alessio Maurizi. Professionista serio, preparato, preciso ed efficace. Però. C’è un però.
Il problema è che Alessio Maurizi non è Cruciani e Parenzo. Che, detto così, è un’ovvietà. Ma in realtà non è ovvio: Cruciani e Parenzo non conducono La zanzara. I due «sono» La zanzara.
La trasmissione, ormai, è talmente tanto identificata nei suoi conduttori e nella loro bravura nello strappare dichiarazioni che a volte sembrano surreali, ma sono vere, da vivere quasi esclusivamente con le loro voci, con i loro scherzi, con i loro giochi delle parti e con la loro aggressività nei confronti degli ospiti e dei malcapitati ascoltatori, spesso masochisti, che telefonano.
Del resto, basta leggere i lanci delle agenzie di stampa. Ormai, a parte i verbali delle Procure, gran parte della politica italiana è fatta dalle dichiarazioni alla Zanzara. Ed è stato significativo, l’altro giorno, sentire Gianna Gancia, compagna di Roberto Calderoli e presidente della Provincia di Cuneo, stupirsi del clamore che avevano suscitato alcune sue parole in radio, tanto da meritarsi titoloni di giornali: «Ma io quelle cose le avevo dette alla Zanzara e si sa che alla Zanzara lo spirito è quello».
Perfetto, funziona esattamente così. E, da quando Mario Giordano ha avuto la grande trovata di mandare tutto questo in onda sul suo canale 51 del digitale terrestre, l’informazione all news 24 ore al giorno, funziona ancor più così. Perché, come sempre accade, vedere la radio in tivù non è il massimo della vita e i due conduttori, nonostante non lo siano, si comportano come se fossero adoni.

Eppure, nonostante questi punti a sfavore, la forza mediatica delle provocazioni di Cruciani e Parenzo raddoppia.
Invece, senza di loro, con altri conduttori, con gli Alessio Maurizi della situazione, la Zanzara diventa una zanzarina. E punge meno.

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