In scena vediamo un uomo che trascina un carretto. Su questo sta il diavolo, insidioso e petulante: è luomo, però, a portarlo con sé, quasi non potesse farne a meno. Unimmagine che in fondo riguarda tutti noi, quella che potrebbe costituire la locandina del dramma lirico in due atti La luce del mondo, al debutto venerdì sul palco del teatro Argentina. Unopera che fonde canto, recitazione, proiezioni cinematografiche e musica dorchestra, quella su libretto di monsignor Mauro Piacenza, presidente della Pontificia Commissione per i Beni culturali della Chiesa.
«Lidea da cui sono partito è che musica, arte e spettacolo rientrano nellambito apostolico e possono comunicare con efficacia il messaggio e i valori di Cristo al mondo», spiega lautore del testo. «Luomo del dramma è mendicante di felicità come lo è nella Storia, e ciò fa riflettere». Veicolare con mezzi artistici aspetti anche complessi del modello offerto da Gesù di Nazareth, far uscire la Chiesa dalle chiese: questa, in sintesi, la scommessa della Commissione e della Fondazione a essa legata, voluta da Giovanni Paolo II nel 2004 e presieduta da Giovanni Morello. «Difficile non cadere nel banale o nel didascalico - commenta il regista, Camillo Befani -. Il personaggio che compare fin dal primo atto vive un travaglio, è dubbioso e fatica ad ascoltare le Beatitudini e a far propria la pienezza della proposta di Gesù. La conclusione, però, è di speranza».
Il testo sacro e la scala di valori enunciati nel discorso della montagna (Vangeli di Luca e Matteo), sono infatti alla base del dramma, musicato da Ferdinando Nazzaro con una particolare insistenza sulle emozioni, dalla sceneggiatura demoniaca con basso e soprano iniziale al Magnificat conclusivo. Una parabola che lascia intravedere la luce, dunque, e che è immaginata da un personaggio-chiave: un senzatetto, un «barbone» avulso da regole e convenienza, cui dà voce il noto attore Sergio Fiorentini. «Il barbone pensa a tutto ciò dopo aver trovato nellimmondizia alcuni libri evangelici - racconta Fiorentini -. Spesso il clochard ci impaurisce, per la sua semplicità.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.