Fabrizio Graffione
C'erano le Yamaha e le Honda Repsol di Valentino Rossi, le Honda Camel e Marlboro di Max Biaggi, le Ducati di Loris Capirossi, le Suzuki di Kenny Roberts, le Honda West di Alex Barros. Tutte copie esteticamente perfette, ma con parti meccaniche risicate all'osso, pericolose dalla ciclistica all'impianto elettrico con certificati CE dell'Unione europea falsificati. L'importatore veronese, con sede anche a Cattolica e altri due suoi colleghi in Germania e Olanda, le compravano a circa 50 euro e le rivendevano a sei volte tanto infischiandosene sia che i mezzi non a norma finivano in mano a bambini e adolescenti, sia della concorrenza sleale nei confronti degli altri colleghi di mercato.
Il traffico di mini moto clonate in Cina e rivendute in Europa, come il caso della Ferrari scoperto nei giorni scorsi, è stato stroncato dagli investigatori del comando provinciale di Genova che ha sequestrato 4.463 veicoli a due ruote ritrovati dopo sei mesi di indagini in tredici container seminascosti al porto di Voltri, pronti per essere sdoganati. I militari hanno anche sequestrato oltre centomila etichette adesive e duemiladuecento pezzi di ricambio contraffatti o non regolari. Le quattro società di import export sono state denunciate alla magistratura per contraffazione, ricettazione e contrabbando.
È stato scoperto che anche il sistema di distribuzione del motore di 49 centimetri cubici, capace, su una mini moto lunga circa un metro, di farla correre a oltre cinquanta chilometri orari, è copiato da un brevetto di un'azienda italiana. Le mini moto costano sul mercato regolare oltre mille euro e invece le aziende che importavano dalla Cina le rivendevano ad un terzo del valore.
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