Serata bordolese all’insegna dei «grand crus»

Serata bordolese all’insegna dei «grand crus»

Io e miei amici e clienti con i quali abbiamo fatto il viaggio a Bordeaux l'anno scorso ci siamo incontrati alla Grixia: il pretesto era quello di vedere il film del viaggio girato dall'ottimo Prof. Carnelutti. Ovviamente la serata si è trasformata in un allegro evento conviviale, rallegrato dalla presenza dei Signori Fenzi, Crasta e della vivacissima Vanda, tutti di Vinovagando, il tour operator insieme al quale organizzo questi viaggi enogastronomici. Abbiamo cominciato con delle frittelle di pasta matta (la signora Pina dei Balzi Rossi le chiama «di Barba Giuan») con un bicchiere di Cava Freixenet: fresco, corretto, senza molte pretese. Al riso ai frutti di mare ho abbinato un Graves bianco: Chateau Jean Gervais 2003; il produttore, da quest'annata, ha deciso di far passare in barrique anche il suo bianco per cui la nuova morbidezza mi pareva ben adatta alla ricca rotondità del risotto. Il vino aveva un gran bel naso, mielato e fruttato, ma qualcuno dei miei commensali si è lamentato perché peccava in corpo. In effetti i vini di quella zona del Bordolese sono un po' magri, tranne qualche luminosa eccezione come Chateau Bouscaut o Chateau Carbonnieux, però ho considerato il fatto che era il primo vino per cui non poteva essere oltremodo strutturato. La suite era capretto al forno con verdure su letto di puré; restando sempre nella stessa regione un abbinamento addirittura «scolastico»: Saint Emilion Grand Cru Chateau Plaisance 2002. Bel profumo di frutti rossi, erbaceo, morbido e gradevole, senza scadere nella ruffianeria.Il dessert: torta di frutta con crema Chantilly e medaglioni di cioccolato fondente della Grixia. E qui ci siamo realmente divertiti: degustazione comparata di Sauternes! Il primo è stato lo Chateau Rayne-Vigneau Premier Cru Classé 1996 la cui componente principale era il miele, poi i frutti tropicali, soprattutto l'ananas; fine ed elegante. Sempre del 1996, ma in mezze bottiglie e quindi servito dopo perché, come si presumeva, di maturità più accentuata, lo Chateau Sigalas-Rabaud, stessa classifica del precedente, nel quale il miele tendeva già al caramello e i frutti alla confettura ; superbo lo stato di conservazione per delle mezze bottiglie di dieci anni! Per concludere Chateau Doisy-Vedrine Grand Cru Classé Sauternes a Barsac del 1990: colore giallo oro antico, quasi ambra; profumo ricco, potente e austero, in bocca è un trionfo di morbidezza ed eleganza, senti la frutta caramellata e il grasso sostenuti, però, da un'acidità inaspettata che lo rende vivo ed elegante. Certamente l'annata è stata eccezionale ma il clima ha potuto lavorare su di una materia prima di altissimo livello.

Per bottiglie come queste il dilemma è: lasciarle ancora evolvere per qualche anno o cedere alle lusinghe del loro fascino e abbandonarsi immediatamente al piacere di consumarle? La serata bordolese è stata divertente ed istruttiva, vissuta tranquillamente con gaiezza e senza le tediose, vicendevoli rincorse a chi sente prima dell'altro un profumo o un gusto; solo scambi di idee, pareri, punti di vista e tante, tante risate. Dimenticavo di dire il prezzo della serata… E no, questa volta non posso: mi accuserebbero di farmi pubblicità!
Per contattarmi: info@petrellivini.it.

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