Serate da brivido con De Palma, l’erede di Hitchcock

Lucio Filipponio

In attesa dell’uscita di «The Black Dahlia» con Scarlett Johansson e Hilary Swank, pellicola alla quale sarà affidata l’apertura della 63esima mostra di Venezia il prossimo 30 settembre, «L’isola del cinema» dedica a Brian De Palma un’interessante mini-rassegna in chiusura del cartellone estivo. Da lunedì 28 a giovedì 31 agosto, presso la sala Cinelab dell’isola Tiberina di Roma, saranno proiettati quattro classici del cineasta americano: «Ciao America» (1968), «Hi Mom» (1969), «Blow Out» (1981) e «Carlito’s Way» (1993). Con i primi due film in cartellone si avrà la possibilità di apprezzare appieno la poetica prima maniera del regista, scandita dalla controcultura sessantottesca di Ciao America, con riferimenti all’attualità dell’epoca come l’assassinio di Kennedy, il Vietnam e Malcolm; e dal voyeurismo di Hi Mom, con un Robert De Niro giovanissimo, nei panni di un reduce dal Vietnam che, sbarcato a New York, intende realizzare un film-verità riprendendo di nascosto ciò che avviene nel palazzo di fronte. Con Blow Out De Palma torna a parlare, in maniera più esplicita stavolta, dell’assassinio Kennedy ricostruendo la vicenda da particolari, rumori, fotografie, raccolti per caso da un tecnico del suono (John Travolta). La chiusura della rassegna è affidata a Carlito’s Way con Al Pacino e Sean Penn: un «noir» dedicato alla figura di Carlos Brigante, malavitoso portoricano, che tenta invano di cambiare vita e un destino segnato da una morte violenta. Quattro film che, pur se in modo parziale, offrono la possibilità di apprezzare l’enorme talento di artigiano delle immagini qual è De Palma. Nonostante la sua ricca produzione sia stata discontinua e alterni capolavori assoluti a film oggettivamente mal riusciti, il «tocco alla De Palma» è sempre individuabile e la sua presenza ha permesso di nobilitare pellicole dal copione mediocre. Visionario e capace come pochi di ammaliare lo spettatore grazie all’introduzione dello «split screen», alla mai noioso uso del rallentatore, ai movimenti di camera - ricordiamo gli incipit di molti suoi film con piani sequenza lunghissimi e articolati - e all’utilizzo del colore e dell’ambiente, De Palma riesce sempre ad affascinare lo spettatore confermandosi come uno dei registi più originali ed emozionanti degli ultimi vent’anni.

Ormai da tutti riconosciuto come il degno erede del maestro del brivido Alfred Hitchcock, De Palma non solo ha rivisitato degnamente gli stili e i modi del suo grande predecessore ma ha anche contribuito con la sua opera al mantenimento di un genere, il thriller, che fa della suspence e della tecnica narrativa i suoi punti di forza.

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