Politica

Serena Dandini ora parla da sola E la sinistra già piange la nuova martire Rai

Il cda di Viale Mazzini vota l’esclusione dei programmi prodotti all’esterno. Da ieri, ufficialmente, Serena Dandini è entrata nell’Olimpo dei "martiri" della Rai. Dopo Santoro, Saviano e Paolo Ruffini, anche lei è fuori dalla Tv di Stato. Il "divano rosso" della terza rete è pronto a traslocare su La7

Serena Dandini ora parla da sola  
E la sinistra già piange la nuova martire Rai

Da ieri, ufficialmente, Serena Dandini è entrata nell’Olimpo dei «martiri» della Rai. Dopo Santoro, Saviano e Paolo Ruffini, anche lei è fuori dalla Tv di Stato. E subito ha scagliato le sue saette: «L’azienda è sotto occupazione politica. Il re è nudo e tutti hanno capito perché non andiamo in onda! (si riferisce ai desiderata del premier)». Comunque, non perde l’ironia. «Potrei riavere il mio divano?», chiude non prima di aver dato appuntamento ai suoi fan «altrove» (sono da tempo in corso trattative per sbarcare a La7).

Ma, in sostanza, cosa è successo? Ieri il cda di viale Mazzini (con 5 voti contrari dei consiglieri di maggioranza, 4 favorevoli dei consiglieri di minoranza e del presidente Garimberti) ha detto il definitivo no alla realizzazione di Parla con me da parte di una società esterna. Dunque, se la presentatrice come pare non chinerà il capo e non accetterà di sganciarsi dalla Fandango (la casa di produzione storica del programma), il talk non andrà più in onda. L’unica possibilità per salvare il programma di Raitre sarebbe che gli autori (anzi una parte, visto che sono ben 14) e gli artisti venissero scritturati direttamente da viale Mazzini. Ma la Dandini e Domenico Procacci (patron della Fandango) considerano le scelte «risparmiose» dei vertici Rai solo delle scuse per chiudere il programma e per soddisfare richieste politiche. Sostenuti a spada tratta dai consiglieri di minoranza (Rizzo Nervo, Van Straten e De Laurentis) più il presidente Garimberti. Bastano le parole di Rizzo Nervo: «La missione, così come era emerso nelle intercettazioni dell’inchiesta di Trani, è stata portata a compimento: dopo Santoro e Ruffini è toccato all’ultimo nome della lista». Aggiunge Van Straten: «Si sta procedendo allo smantellamento di Raitre».
Dall’altra parte, i vertici aziendali, nella persona di Lorenza Lei e dei consiglieri di maggioranza, sostengono invece che la scelta va nella direzione della politica aziendale del risparmio e che il «no» non sarebbe rivolto alla Dandini, ma solo alla Fandango. Una politica (quella di vietare la produzione esterna), applicata da gennaio ai programmi i cui diritti appartengono al cento per cento all’azienda di Stato. «La valorizzazione delle risorse interne - ha detto Verro, consigliere di maggioranza - deve affermarsi come principio concreto e non può essere invocata a intervalli, ovvero a seconda di convenienze di parte». Ma Dandini e company ribattono che erano venuti incontro alle richieste dell’azienda, riducendo ulteriormente i costi di produzione del 5 per cento (il budget a puntata sarebbe passato da 34.500 a 32mila euro). Era stata Lorenza Lei a voler dare un’ultima possibilità alla Fandango tenendo conto del fatto che Parla con me rientra nel palinsesto già approvato a giugno e sottoponendo al giudizio del cda la possibilità di una deroga. Ma il consiglio ha detto picche. Ora Raitre resta senza un talk che copriva ben quattro seconde serate alla settimana. Spetterà al prossimo direttore di Raitre (Ruffini dal 10 ottobre sarà a La7) decidere cosa mandare in sostituzione. Da notare che l’azienda ha invece trovato i soldi per rinnovare il contratto a L’isola dei famosi. «Un programma non da servizio pubblico», sottolinea il presidente Garimberti. Che però ha tenuto in piedi per anni gli ascolti e il bilancio di Raidue e i cui diritti non appartengono alla Rai ma alla società esterna Magnolia.

Insomma, una guerra di soldi e di fede politica.

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