Serialità

L’estate in cui imparammo a volare: la tenerezza struggente dell'amicizia tra donne

Arriva al suo capitolo finale una serie di grande successo che ha spostato l'attenzione sulla vita di due donne ambientando la storia a cavallo tra gli anni '80 e i primi 2000

L’estate in cui imparammo a volare: la tenerezza struggente dell'amicizia tra donne su Netflix
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In merito alle serie tv che si focalizzano sulla sfera femminile è stato detto e raccontato di tutto. Sembra quasi impossibile trovare un modo per raccontare l’universo delle donne dopo Sex & The City (e il suo sequel), Desperate Housewives o il recente dramma (dai toni distopici) de I racconti dell’ancella. Il tema è abusato ma, si sa, le vie delle serie tv sono infinite. E, in quel grande calderone che è il catalogo di Netflix, c’è una serie di genere che merita di essere vista e assaporata perché è una vera delizia per il cuore. Stiamo parlando di L’estate in cui imparammo a volare, titolo italiano per Firefly Lane. La serie che miscela il dramma al sentimento è da poco tornata in streaming con la coda finale della seconda e ultima stagione in cui spinge l’acceleratore sugli eventi, scrivendo un finale degno a una storia che è stata capace di entrare nel cuore del pubblico.

L’estate in cui imparammo a volare, di fatti, è entrata di diritto nella top ten delle serie più viste su Netflix, restando in vetta insieme al fenomeno di Mare Fuori e de La Regina Carlotta. Complice un cast molto conosciuto agli amanti del piccolo schermo, la serie si è fatta spazio grazie a una narrazione confortante, a un ritmo incalzante e una storia capace di raccontare il nostro passato e – chissà – anche il nostro stesso futuro. E, seppur virando in tutti i classici schemi di una soap-opera, L’estate in cui imparammo a volare regala comunque momenti di intrattenimento e di calde emozioni. Convince, in primis, perché ha saputo raccontare con stile le sfumature della vita e dell’amicizia tra donne, con tutti i suoi corsi e ricorsi.

Tully e Kate, due amiche del cuore

Uno schema narrativo piuttosto atipico quello di L’estate in cui imparammo a volare ma funzionale per comprendere l’evolversi dei personaggi. Dagli anni ’70 fino a giorni nostri (più o meno), il pubblico conosce la complicata storia di Tully e Kate. La prima è una donna che ha vissuto con una madre assente ed è stata costretta a crescere troppo in fretta, la seconda è figlia di classica famiglia del ceto medio, occhialuta, timida e che non riesce a integrarsi. Fulminate è stato l’incontro tra le due e, con lo scorrere degli anni, diventano più che amiche condividendo le gioie e i dolori della vita. Da adulte, Tully diventa una giornalista molto famosa ma che cerca sempre qualcosa di più dalla sua esistenza; Kate, invece, cerca di tornare in carreggiata dopo un divorzio burrascoso. Entrambe possono contare l’una sull’altra, ma la vita con i suoi problemi mette a dura prova l’amicizia di Tully e Kate. Nonostante tutto, si aggrappano al ricordo di loro stesse da ragazzine, quando in estate e a Firefly Lane tutto poteva essere ancora possibile.

Un viaggio nel tempo di cuore (e di pancia)

Una regia da cartolina e una colonna sonora che spolvera vecchie hit del passato per raccontare una storia dolce ma onesta di due donne che cercano di stare a galla in un mondo che chiede sempre di più. La serie, senza volerlo, fotografa la società moderna e sul nostro stesso passato. Si rivivono gli anni ’70 (o meglio la fine del decennio) con le sue luci, i colori e gli abiti sgargianti; si torna in dietro nel tempo anche negli ’80 dove il sogno americano faceva a “botte” con una realtà per nulla facile in cui vivere, e poi si guarda alla contemporaneità e agli anni 2000, dove si racconta la nascita di internet (e la sua bolla) e dove nasce l’incontro-scontro tra i boomer e i millennials. Tutto questo viene riletto attraverso un bizzarro gioco di flashback in cui il pubblico viaggia senza mai perdere la bussola.

Non è una semplice "serie in rosa"

Anche se è prettamente indirizzata a un pubblico femminile, la serie non è uno di quei tele-romanzi in cui vince lo sguardo e l’ottica di una donna che si muove in un contesto maschilista. Anzi, L’estate in cui imparammo a volare è consapevole del mondo in cui viviamo e di tutte le sue contraddizioni e, seppur giocando sul tema del femminismo, sposta l’attenzione su altri fattori dove è facile immedesimarsi. Ad esempio, si focalizza l’attenzione sul del lavoro e su come il giornalismo sia cambiato nel corso dell’ultimo ventennio e, allo stesso tempo, racconta di rapporti di coppia, di amori, di tradimenti, di famiglie disfunzionali, di riconciliazioni, di divorzi e di una speranza di una vita migliore nonostante le difficoltà. Sì, temi comuni, già abusati in diverse serie di genere ma, di fatto, è questa la caratteristica che ha reso tale lo show.

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Da Scrubs e Grey’s Anatomy: chi sono le due protagoniste

Oltre ad avere una messa in scena molto accattivante, L’estate in cui imparammo a volare è balzata agli occhi di tutti perché ha portato in auge due attrici celebri al grande pubblico, soprattutto da quello televisivo. Stiamo parlando di Katherine Heigl – che interpreta Tully – e Sarah Chalke – nelle vesti di Kate -. Per la Heigl si tratta di un grande ritorno nel mondo delle serie tv. Dopo la sua uscita di scena nel corso della stagione 6 di Grey’s Anatomy ha faticato a trovare un ruolo. Al cinema ha trionfato nelle commedie romantiche ma in tv non è stato facile dopo la fine del suo rapporto con Shonda Rhimes. In L’estate che imparammo a volare torna al meglio con un personaggio sfaccettato e sui generis. La sua collega, invece, da tutti è conosciuta per essere stata una delle co-protagoniste di Scrubs, il dramma medico dai toni comedy che è andato in onda in tv fino al 2010. La Chakle pur restando ancora legata al personaggio di Elliot, regala comunque un punto di vista interessante su una donna divorzia e in cerca di stessa.

Un’amicizia che vince sulle difficoltà della vita

Ciò che convince di più della serie tv è il tema dell’amicizia. Una forma di amore molto complessa che in L’estate che imparammo a volare rivive in tutte le sue sfumature più particolari. Al di là del ritratto di un’America tra progresso e modernità, colpisce come è stata raccontata l’amicizia tra donne. È un tratto vero, schietto e sincero quello che emergere dagli episodi disponibili in streaming. Un ritratto per nulla edulcorato in cui non vince solo l’affetto e la stima reciproca, ma prevale anche la competizione, l’odio, il rancore, la rabbia e i dissidi. Come una coppia e come due sorelle, Tully e Kate vivono varie fasi della loro amicizia e, nonostante gli screzi e lo scorrere del tempo, il loro rapporto resta saldo e forte. Come se niente e nessuno potesse minare la loro unione.

Cosa c’è dietro il titolo della serie tv

Il titolo è molto ambivalente. Quello in inglese fa riferimento alla via in cui le due protagoniste hanno vissuto da giovani e che, inconsapevolmente, ha legato le loro vite.

Quello italiano, invece, è più di impatto e fa riferimento proprio all’amicizia tra Tully e Kate e a quell’estate in cui il destino ha legato entrambe senza che nessuno (o qualcosa) potesse minare il rapporto.

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