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Ora "Stranger Things" è la mania di Capodanno

Il finale della serie Netflix scatena i fan in tutto il mondo. E gli anni ’80 diventano il vero mito

Ora "Stranger Things" è la mania di Capodanno
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Il gran finale sarà proprio nella notte di capodanno. Che sarà il culmine di quella che potremmo definire una Stranger Things mania. La serie di Netflix nel corso degli anni è diventata un vero e proprio fenomeno, però con questa stagione che si chiuderà col botto, subito dopo i botti per «cacciare» il 2025 e accogliere il 2026.

Riassumiamo per i non addetti ai lavori come si è arrivati all'attuale delirio dei fan. Dopo un'attesa lunga quasi quattro anni, la quinta stagione è stata rilasciata in due volumi e una super puntata finale: il primo a novembre, il secondo a Natale, il gran finale è in arrivo (con una durata decisamente superiore al normale, quasi un mini film: e allora sveglie puntate alle 2 del mattino, ora italiana). E prima: maratone compulsive con così tanti accessi da mandare in tilt i server di Netflix. Tanto che questa stagione della fiction dei fratelli Duffer è inevitabilmente destinata ad essere il programma più visto di sempre su questa piattaforma. Per altro una sfida vinta battendo, essenzialmente, le stagioni precedenti proprio di Stranger Things.

Ma non si tratta soltanto della serie in sé, la cui trama ridotta all'osso potrebbe essere un concentrato perfetto di tutto l'immaginario anni Ottanta, saldando I Goonies o Ritorno al futuro ai romanzi di Stephen King come It e Il talismano. Ripetiamola anche se ormai è una sorta di substrato collettivo di coscienza che lega più generazioni: siamo nel 1983, un gruppo di ragazzini riunito intorno a Undici, protagonista con poteri psicocinetici, vede la propria vita sconvolta quando deve salvare il mondo dalle malvagie influenze che promanano da un mondo parallelo: il Sottosopra. Detto così non sembrerebbe niente di speciale, niente che non si sia già visto. Ma la forza è proprio quella, il continuo ripescaggio che rende un'epoca mitologica, per chi l'ha vissuta e per dei giovanissimi che usano la serie come ponte per un mondo che a loro appare preistorico ma comprensibile, tecnologico ma non asfissiante come i social di oggi.

Quel mondo fatto di videocassette e di walken affascina tantissimo, tanto che la serie ha anche fatto tornare di moda canzoni come quella di Kate Bush: Running Up That Hill.

Il tutto anche con una marea di gadget e un merchandising di dimensioni colossali: concerti a tema (come quello al Fabrique di Milano), eventi speciali e incontri con gli attori a Londra, mentre le strade di Madrid accolgono esperienze immersive con oggetti di scena... Eppure ai fan non è bastato: sui forum europei grandi mugugni per le mancanze di proiezioni collettive che riempiranno, invece, più di 350 sale negli Usa. E poi bracciali tazze, scarpe...

Alla fine sembra proprio che gli anni '80 restino uno spazio di libertà molto rimpianto, una stagione Sottosopra forse ma irripetibile.

Se poi avete ancora delle camicie a quadrettoni originali potete anche risparmiare in gadget. Ma non dite ai ragazzi della Generazione Z che non era tutto così bello. Non vorranno credervi, ora siete il loro passato dorato.

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