A loro modo sono entrambi un simbolo, prima di tutto mediatico. E mediaticamente è partito il derby friulano tra Debora Serracchiani (a sinistra), icona del «nuovismo» petulante di sinistra, e Beppino Englaro (a destra), paladino della causa della «dolce morte», quella che è riuscito a dare a sua figlia Eluana. I due si sfideranno come candidati alla segreteria del Pd in Friuli Venezia Giulia.
Debora Serracchiani è già da qualche giorno la scelta ufficiale per rappresentare la mozione Franceschini. E lo stesso segretario è andato lunedì a Udine per sostenerla. Anche se dallinterno del partito qualcuno ha già fatto notare che a «miss coerenza», se eletta in Friuli, toccherà dimettersi dal Parlamento europeo. Ancora più impervia la strada che dovrebbe portare Englaro a correre nella propria terra dorigine, dove ha scelto di far morire la figlia. Non più di una settimana fa infatti, pur avendo più volte dichiarato in passato di non essere interessato alla politica, era sceso in campo a sostegno della mozione dellamico medico Ignazio Marino. Ma in Lombardia, dove vive. Ieri invece è circolata la notizia che Marino preferisce giocare la «pedina» Englaro contro lesuberante Debora, che nella sua regione ha già fatto il pieno di voti alle Europee. A Milano invece si candiderà per il chirurgo Vittorio Angiolini, legale della famiglia di Eluana e altro compagno della battaglia pro testamento biologico.
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