Gabriele Albertini annuncia il ricorso al Tar e chiede un risarcimento stellare (un milione di euro a infrazione). Filippo Penati si adombra e, dopo aver rotto il patto di sindacato, veste i panni dell'unico «difensore dell'interesse pubblico». E l'onorevole udc Bruno Tabacci, ultimamente attirato dai titoloni sui giornali, ne approfitta per un'entratona a gamba tesa. Su entrambi, sindaco e presidente della Provincia. Tanto per non sbagliare. E per far crescere il sospetto di covare un interesse, ormai non più troppo velato, alla poltrona di sindaco. «La Provincia - arringa il presidente della commissione Attività produttive della Camera - persegue un disegno di puro potere pagato con i soldi pubblici. Ma cosa resta del protagonismo del Comune?». In tempi di uragani, bisognerà trovare un nome anche per quello che travolge la Serravalle, società dei veleni che gestisce un tratto dell'autostrada per Genova e le tre tangenziali milanesi. «I consiglieri provinciali - ha tuonato ieri mattina il sindaco Albertini - stanno presentando un ricorso al Tar. Noi ne presenteremo un altro che è già in preparazione presso un qualificato giurista. È assolutamente illegittimo che un’istituzione dia in pegno 238 milioni di euro in azioni a una banca per un’operazione che doveva decidere il consiglio provinciale e non una frettolosa giunta di metà agosto». Segue dettagliato conto con voci a piè di lista. «I danni sono valutabili in un milione di euro ad infrazione e riteniamo che ce ne sia più di una. Il Comune chiederà l’applicazione del patto di sindacato che attesti la pretestuosa accusa sollevata dalla Provincia di essere stati noi inadempienti nel momento in cui chiedevamo al contrario il pieno rispetto del patto. Se c’è una giurisprudenza conforme alla dottrina, la Provincia non potrà che essere soccombente nel contenzioso».
«È sempre più evidente - sparano da Palazzo Isimbardi - che è la Provincia il solo difensore dell’interesse pubblico. Dopo aver causato la risoluzione del patto di sindacato per grave inadempimento teso a difendere le poltrone nel cda della Serravalle assegnate ad amici fidati, ora Albertini annuncia un provvedimento finalizzato ad annullare l’acquisto della Provincia delle azioni del gruppo Gavio. Ci pare di capire che Albertini preferirebbe che le azioni tornassero nelle mani di Gavio che, con la collocazione in Borsa, avrebbe la possibilità di rastrellare un ulteriore 25 per cento, arrivando così alla maggioranza di Serravalle».
«In un quadro di inquietante assenza della politica - spara a zero Tabacci - Penati completa l’operazione di controllo della Serravalle con l’appoggio determinante della Lega. Da questa operazione di potere non avranno alcun beneficio né i cittadini né gli utenti del sistema autostradale. Penati non vuole capire che le concessionarie autostradali gestiscono le infrastrutture, non necessariamente le realizzano. E che la sua volontà di apparire come il dominus delle infrastrutture cozza con le contraddizioni della sua maggioranza in cui i Verdi, Rifondazione e larghi strati del suo stesso partito continuano ad essere concretamente ostili al disegno di ammodernamento delle infrastrutture lombarde». Secondo Tabacci «la sua giunta di centrosinistra non perde occasione per ostacolare concretamente i nuovi progetti della Tangenziale esterna, della BreBeMi e della Pedemontana». E poi ricorda che «la Provincia ha ricomprato azioni cedute al gruppo Gavio da enti pubblici 18 mesi orsono a prezzi enormemente più bassi». Azioni vendute da soggetti pubblici a un prezzo unitario di 2,9 euro, sono state riacquistate dalla Provincia, che si è dovuta pesantemente indebitare, a 8,83 euro. «Un’operazione spregiudicata - sottolinea Tabacci, ormai un fiume in piena - che rende di fatto impossibile la quotazione in Borsa. Il prezzo individuato come equo dai consulenti è, infatti, assai inferiore al prezzo pagato dalla Provincia». E ce n’è anche per il rissoso alleato. «E cosa dire della Lega di lotta e di governo che, mentre apre la crisi in Regione, con il duo Carioni e Boni, consente a Penati di azzerare il consiglio di amministrazione di Serravalle, mettendo a disposizione del centrosinistra l’indispensabile undicesima lettera di dimissioni?». Sferzata anche per Palazzo Marino.
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