Serravalle ha voltato pagina Pedemontana apre ai privati

Dopo la mala gestione Penati, la Provincia sistema i conti e chiama banche e investitori per finanziare il «maggiore cantiere d’Europa»

La Milano-Serravalle inaugura la nuova sede in via del Bosco rinnovato ad Assago. E abbandona la strada del vecchio presidente della Provincia Filippo Penati che spendeva 238 milioni di euro di denaro pubblico (indebitando terribilmente Palazzo Isimbardi) per poter governare da solo la società che già avrebbe potuto governare (gratis) grazie al patto di sindacato stretto con il Comune. Un comportamento già condannato dall’arbitrato chiesto dall’allora sindaco di Milano, e socio di minoranza di Serravalle, Gabriele Albertini. Con Penati costretto a pagare 400mila euro per danni erariali. E con la Corte dei conti che si deve ancora pronunciare sull’esposto presentato sempre dal Comune. È passato molto tempo, ma Albertini non dispera.
Oggi Penati in Provincia non c’è più. E allora il nuovo presidente Guido Podestà indica nuove vie. Basta spese folli col denaro di tutti e la richiesta di collaborazione a enti pubblici e finanziatori privati per gestire insieme una società fondamentale per lo sviluppo delle opere strategiche. In ballo ci sono infrastrutture come la Pedemontana che costa più del ponte sullo stretto di Messina ed è oggi il più imponente cantiere aperto in Europa. Per questo Podestà spera che presto arrivino nuovi investitori pronti a mettere soldi in Autostrada Pedemontana lombarda, la società di cui Serravalle controlla il 68 per cento. E già la passata giunta, ad aprile dell’anno scorso, aveva approvato il via libera perché Serravalle vendesse il 65 per cento di Pedemontana. «La Provincia - spiega Podestà - auspica la costituzione di un gruppo di investitori, sia pubblici sia privati con spiccato interesse per la modernizzazione del territorio, disposto a immettere nuovi capitali ». Il presidente ha però aggiunto che «la Provincia non intende rinunciare in alcun modo al ruolo di guida delle infrastrutture che sta recitando direttamente, attraverso Serravalle e le sue partecipate e controllate». Poi spiega che questo sarebbe possibile grazie a patti parasociali e annuncia l’interesse di fondazioni, gruppi di investimento e bancari. Con in testa Banca Intesa. Un impegno che non riguarderà solo Pedemontana, ma anche la Tangenziale Est Esterna di Milano (al 32 per cento di Serravalle) di cui nelle prossime settimane sarà presentato il progetto definitivo.
«Siamo una società pubblica - le parole del presidente Giampio Bracchi - e per questo dobbiamo fare le cose difficili che i privati non fanno. Come Pedemontana che sarà un’opera funzionale, ma dovrà anche essere bella dal punto di vista urbanistico e ambientale. E proprio per questo molto costosa. Ma noi abbiamo responsabilità maggiori rispetto ai privati». Di «attenzione per il territorio parla anche l’amministratore delegato Massimo Di Marco. Che spiega la decisione di non pagare più 390mila euro all’anno di affitto per le vecchie sedi e costruirne una «completamente autofinanziata e che rimarrà di proprietà dei soci». Un’altro indice di salute di una società con bilanci in attivo, spiega Di Marco, «600 dipendenti e 54 precari stabilizzati l’ultimo anno. E altri che lo saranno presto».

Gli 8mila metri della nuova sede realizzati con tecnologie e materiali ecosostenibili (bioedilizia, pannelli solari, reti idriche doppie), sono stati progettati dallo studio olandese Eea (Erick van Egeraat Associated Architects), famoso per gli interventi a basso impatto ambientale.

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