Gianandrea Zagato
Nellagenda settembrina di Filippo Penati cè un impegno improrogabile: rifare il cda della Serravalle. Motivo? «Curioso» che alcuni soci pubblici minori abbiano un rappresentante allinterno del cda alla pari con il Comune di Milano e anche «singolare» che il privato, Marcellino Gavio, non sia rappresentato nel cda della società.
Cè bisogno dunque, secondo il presidente della Provincia, di «rendere più efficiente» la struttura di comando della concessionaria della Milano-Genova e delle tangenziali milanesi. E per farlo, Palazzo Isimbardi «riforma la governance»: consiglieri damministrazione dimezzati, management «in senso allargato» e uscita di scena dellamministratore delegato, Massimo Di Marco, che non ha più lappoggio di Penati.
Ma nel futuro di Serravalle non cè più nemmeno Valdata - società controllata allottanta per cento da Serravalle -: la Provincia vuole cederla. «Si vende per dare un segnale forte, di trasparenza e di moralizzazione, rispetto al passato» fa sapere Penati. Vendita «giustificata» chiosa Max Bruschi: «Il problema di trasparenza invocato da Penati era stato sollevato da Forza Italia con un ordine del giorno approvato dal consiglio provinciale il 9 dicembre 2004. Ordine del giorno rimasto lettera morta, mentre il presidente di Serravalle, Giampio Bracchi, voleva comprare Valdata». Cambio di strategia che per il consigliere provinciale di Fi devessere però «ancora messa alla prova».
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