Gianandrea Zagato
Sale lutile ma scende il dividendo. È il bilancio 2004 di Serravalle. Su trentadue milioni di utile soltanto otto saranno distribuiti agli azionisti: gli altri ventiquattro finiscono nelle riserve della società. Scelta obbligata per la mole di investimenti che attende la società autostradale guidata da Bruno Rota. Risposta concreta a quell«accusa di inadempienza» sollevata dallAnas e seguita, come ha rivelato il presidente della Provincia Filippo Penati (che, con il 38 per cento, detiene la maggioranza relativa della Serravalle), dalla «minaccia di ritiro della concessione».
Via libera, dunque, ai lavori sin qui bloccati: da quelli della tangenziale est milanese (Tem) ai nuovi svincoli. Ma anche semaforo verde al passaggio della tratta Rho-Monza sotto il controllo di Serravalle. Progetti contenuti nel piano finanziario allordine del giorno del consiglio damministrazione: appuntamento il 29 giugno, dove già sarà disponibile anche un primo report delladvisor scelto da Serravalle per lo sbarco in Borsa. Si tratta di Lazard Italia, filiale italiana della banca daffari francese che, nella selezione, ha sorpassato Interbanca, Mcc e Rothschild: «È stato fatto quanto richiesto dal patto di sindacato» commenta lassessore al Traffico di Palazzo Marino, Giorgio Goggi. Rispetto di quel patto siglato tra Comune (possiede il 18,6 per cento delle azioni) e Provincia di Milano, dove, tra laltro, allarticolo 7, i soci della governance si «impegnano a promuovere e finanziare il processo di quotazione della società il prima possibile e compatibilmente con le condizioni di mercato». Collocamento della società previsto nel 2006, con un valore del titolo stimato sopra gli otto euro e una valutazione complessiva di Serravalle stimata tra 1,1 e 1,2 miliardi di euro.
Gioiellino che, secondo le anticipazioni del bilancio 2004, ha un indice di redditività tra i più sensibili del settore ovvero Serravalle non solo è capace di fare utili (incremento 2004 del 22 per cento rispetto al bilancio 2003, con un indebitamento sceso di quasi due milioni) ma anche di innescare nuovi business. Scenario futuro che la Provincia vuole giocare senza dover dividere con altri la torta: quadretto provato dalle quattordici lettere firmate da Penati e inviate ad altrettanti azionisti della Serravalle offrendo la disponibilità allacquisto delle loro partecipazioni. Inviti ad una trattativa privati che sarebbe comunque stata respinta perché, in punta di diritto, non possibile tra enti pubblici.
Diverso è, invece, lo spirito che ha suggerito a Marcellino Gavio - detiene il 27 per cento dellazienda autostradale - di andare a verificare la proposta dellinquilino di via Vivaio ossia capire lofferta economica di Penati. Con esclusa, naturalmente, la possibilità per il socio privato di tentare lacquisto del pacchetto azionario in mano alla Provincia. Che, non è un mistero, vorrebbe essere, parola di Penati, «il pivot del sistema infrastrutturale lombardo».
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