Parlare di architettura del paesaggio non era affatto di moda quando Patrizia Pozzi si laureava al Politecnico di Milano. «Noi paesaggisti eravamo reietti dall'ordine degli architetti, che ci considerava dei giardinieri, e odiati dai vivaisti, perché secondo loro non facevamo vendere molte piante», scherza l'architetto milanese che ha alle spalle la progettazione del verde nel comune di Segrate e la riqualificazione dell'Idroscalo.
Oggi che i suoi studi sono richiesti in tutto il mondo (sta ideando un porto turistico in Albania) e la sua linea di mobili in siepe artificiale per esterno e interno fa tendenza, Patrizia Pozzi sorride di un esordio che fin da giovanissima la vede tra le file del Fai animata da sfrenata passione e (altrettanta) ostinazione. Poi le riesce di portare durante la Settimana del Salone del Mobile di Milano, il primo dibattito pubblico sull'architettura del paesaggio: era il 2001. Le cose da allora sono assai cambiate se Electa ha appena dato alle stampe il suo raffinato volume Landscape Design. Progetti tra natura e architettura che raccoglie vent'anni di realizzazioni e progetti: paesaggi naturali ma anche sintetici, giardini maestosi così come spazi verdi di soli 18 centimetri di terra, e poi ancora ampie opere di riforestazione accanto a mobili che strizzano l'occhio alle forme della natura. «Il libro è nato per dimostrare quanto diversi siano i campi di applicazione di una disciplina come l'architettura del paesaggio», spiega.
«Quando si chiede più verde che cosa si vuole veramente? Un posto meno asfaltato, un luogo di ritrovo o uno adatto al silenzio? Amo ripetere che il verde sta allo spazio aperto come un divano ad un'abitazione: è necessario, ma non sufficiente. Nelle nostre città abbiamo bisogno di equilibrio tra natura e artificio, non di un atteggiamento snob pronto a esaltare solo la natura selvaggia, ammesso poi che questa possa ancora esistere», commenta la paesaggista che al prossimo Salone del Mobile di Milano, ad aprile, presenterà la sua ultima creazione. Si tratta di Nidi d'uomo, ovvero costruzioni in vetro e ferro da mettere in giardino: «Il modello è quello della casa sull'albero, uno spazio ludico in armonia con la natura: abbiamo tutti bisogno di recuperare lo spirito dei fanciulli», commenta la Pozzi. Lo dimostrano anche le sue creazioni che, accanto a giardini e serre di ogni genere, propongono oggetti di design vero e proprio tra cui spicca Nautilus, la panca a forma di corallo, o Alice, il tavolo che ricorda una grande e gialla margherita. «Il design permette ampie possibilità: un sottovaso si può trasformare in un piatto, una siepe in un divano e persino uno spicchio di prato curato con attenzione può diventare un'originale tovaglia da mettere su un tavolo - spiega -. La natura, con le debite tecniche, può rientrare anche nelle forme o nei materiali di arredamento».
L'argomento non è di moda solo tra addetti ai lavori: da questo mese due importanti librerie milanesi, la Hoepli (via Hoepli 5) e la ElectaKoenig (Mondadori Multicenter, piazza Duomo), hanno organizzato in collaborazione con l'Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio un ciclo di conferenze sul tema, «Paesaggi verdi in libreria» (vedi box) curato da Patrizia Pozzi e da Paola Villa. I temi? Il giardino del benessere, i paesaggi simbolici e quelli urbani, il rapporto tra verde e design, la botanica e anche una riflessione su possibili nuovi progetti per la città di Milano.
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