LAgenzia di controllo sui servizi pubblici ha confermato che «Roma staziona al penultimo posto tra le grandi città italiane, sia per la qualità che per lefficienza del servizio elettrico». La relazione conferma la gravità della situazione, in linea con le preoccupazioni che i piccoli azionisti di Acea spa hanno esternato più volte. Il presidente dellAuthority Bernardo Pizzetti ha detto che «non cè più margine per sperimentazioni e rinvii. Il livello dei servizi pubblici è insufficiente e se la situazione rimarrà questa, la città non potrà mai svilupparsi pienamente». In una metropoli moderna lacqua, lenergia, lilluminazione, la depurazione delle acque, sono capisaldi della qualità della vita e volano indispensabile per le attività economiche.
Le difficoltà patite nel 2006 e i ritardi degli anni precedenti sono pesanti e sono il corollario delle analisi dellAuthority, a conferma che «lAcea non riesce a fornire alle famiglie e al tessuto produttivo un servizio analogo a quello del resto del Paese». È la registrazione fallimento ufficiale dei modelli gestionali dellattuale management, tutto teso a soddisfare i business politicamente richiesti dal Campidoglio e a sfruttare finanziariamente limpresa per assicurare, costi quel che costi, i dividendi allazionista Comune per farsi riconfermare. Uno sfruttamento che non corrisponde a una sana gestione e organizzazione dellazienda. È bene riassumere i punti salienti dellamara pagella.
Le fatturazioni. Dopo lo scandalo del 2004-2005 e laffidamento alla Neta spa (Gruppo Engineering) del sistema di fatturazione, le bollette elettriche e idriche subiscono ancora ritardi e imprecisioni, che riguardano le letture dei contatori. Non è stato completato laggiornamento intimato dallAutorità dellEnergia nel 2005 (entro 90 giorni, ndr).
I quartieri al buio. Nel 2005 lilluminazione stradale ha registrato le punte massime di black-out, ma anche il 2006 è stato disastroso. Le contestazioni sui quotidiani si sono moltiplicate. Il grave stato del servizio è stato denunciato più volte. Persino i presidenti dei municipi di ogni colore politico non hanno lesinato dure critiche ai manager Acea per le strade e le piazze al buio da mesi. Anche i vertici aziendali e il sindaco Veltroni hanno ammesso la gravità della situazione, cercando dattenuare le critiche con lannuncio di nuovi investimenti (105 milioni) destinati alla rete. Gli operai del pronto intervento alla rete privata (gli impianti che alimentano le nostre case, i negozi, gli uffici) con appositi accordi sindacali, sono stati incaricati di far fronte anche ai guasti dellilluminazione pubblica. Impietosamente lAuthority ha sbugiardato tutti sottolineando i difetti dei nuovi contratti di servizio, sottratti alla discussione dei consiglieri comunali e approvati dalla Giunta.
I black-out elettrici. Lultimo guasto spettacolare cè stato il 6 marzo scorso allEur-Laurentino e ha interessato sei cavi di media tensione che si sono incendiati a catena lasciando al buio oltre 30mila utenze. Il guasto è stato riparato alle 22,35 e ha richiesto lintervento di sette squadre dei vigili del fuoco e del pronto intervento Acea. Si è trattato di un incidente che è costato molto caro allazienda, perché oltre ai danni sulla rete sono stati persi circa 5 megawatt denergia totale e lazienda dovrà sopportare una esosa multa da parte dellAutorità nazionale dellEnergia.
Trasparenza. LAgenzia di controllo comunale lamenta anche la mancanza di trasparenza. È tempo che si ritorni agli investimenti certi, ai piani industriali, alla verifica dei debiti e delle alienazioni strumentali da sottoporre ai Consiglieri comunali. Infine, ci vuole unindagine approfondita sulla politica delle assunzioni effettuate allAcea, che registra chiamate dirette (anche ai massimi livelli dirigenziali) e inquadramenti non rispondenti alle professionalità richieste per unazienda elettrica e acquedottistica.
Occorre far tesoro delle brutte esperienze e dei pessimi risultati provenienti dai Tribunali: come la sentenza che obbliga Acea spa ad assumere 46 operatori del call center, affittati dal gruppo Cos e posti in cassa integrazione, che costerà allazienda almeno 1.500.000 euro, oltre i contributi; come laltra sentenza, che ci riguarda direttamente, e condanna lAcea a rifondere i piccoli azionisti per i danni prodotti con la muratura del loro ufficio (10mila euro).
E come non far tesoro degli affari andati male: la Telefonia (Atlanet e Ipse spa), gli Acquedotti Genovesi, VoiNoi SpA (già Acea Clienti SpA), le ricapitalizzazioni di Laboratori Water-house SpA (oggi LaboratoRI), di Ato5-Frosinone, di Cartesia spa, di Utilitas spa e la liquidazione delle società in perdita (Ecomed srl, Smt, etc.), le cessioni delle controllate estere (Aguazul Bogotà S.A., Montenegro Energia srl, etc.).
A maggio è prevista lAssemblea degli azionisti per rinnovare il Consiglio damministrazione scaduto da qualche mese: è auspicabile che il Comune, titolato a nominare 5 consiglieri su nove, si prepari a ricambi credibili.
(*)Presidente dellApa-Acea-Associazione Piccoli Azionisti
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