La sua posizione sulla necessità di una «moschea» a Milano entra in rotta di collisione con il vicesindaco De Corato. Eppure il prefetto Gian Valerio Lombardi ricorda che quelle sul luogo di culto per le migliaia di fedeli dellIslam non sono valutazioni estemporanee o isolate.
Signor prefetto, il suo intervento sulla preghiera dei musulmani ha suscitato una reazione piuttosto brusca...
«Io ho detto né più né meno quello che ha già affermato il sindaco di Milano Letizia Moratti sulla necessità di trovare un luogo di culto per i musulmani, con tutte le garanzie».
Perché ha deciso di intervenire su questo caso?
«Mi sollecitano a dare un giudizio sulla situazione attuale, sulla sistemazione dei musulmani sotto un tendone per la loro preghiera, e io devo dire che non la trovo soddisfacente. Non nel lungo periodo. Una qualche soluzione più stabile la si deve trovare».
Perché non considera sufficientemente stabile la sistemazione attuale?
«Perché lanno scorso abbiamo risolto con il Ciak per il mese di Ramadan, e da settembre con il Palasharp per il rito del venerdì, ma mi chiedo cosa accadrebbe se una di queste sistemazioni dovesse venire meno. Per questo, come ha già detto il sindaco, credo che una qualche soluzione la si debba trovare, anche se non tocca a me farlo. È tutta la città che deve trovare una sistemazione».
A chi tocca darsi da fare?
«Io posso dare il mio contributo se richiesto e gradito, ma spetta agli enti territoriali trovare una soluzione, sempre se ritengono di affrontare questa questione, perché in teoria potrebbero anche decidere di non farlo. Mi pare tuttavia che ci sia una certa consapevolezza».
Ma liniziativa devessere presa dal Comune o dai centri islamici? Insomma è il Comune a dover indicare unarea alle associazioni di musulmani, o sono questi a doverla acquistare per poi intraprendere liter urbanistico?
«I centri islamici devono acquistare un terreno che abbia una destinazione compatibile, e ce ne sono. Comunque limportante adesso è affrontare il problema».
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