Serventi Longhi, il sindacalista che non difende i giornalisti

«Non esprimo solidarietà a Feltri». Così Paolo Serventi Longhi, segretario della Fnsi, il sindacato dei giornalisti, ha commentato la condanna a un anno e mezzo di carcere per diffamazione comminata a un membro della categoria che rappresenta. Serventi Longhi ha aggiunto: «Non commentiamo le sentenze... certo tutte le condanne di giornalisti suscitano riprovazione... però è necessaria una riflessione collettiva... trovo sopra le righe un certo modo di fare giornalismo...». Il succo è che il sindacato, sempre in prima fila per campagne politiche, questa volta sta alla finestra. Chiede bensì «una riflessione collettiva». E soprattutto «non esprime solidarietà», anche se in gioco è la libertà d’informazione, perché il giornalista condannato non è allineato alle sue posizioni. Di fronte alle parole di Serventi Longhi, viene in mente che «per salvaguardare unità ed efficienza il sindacato deve tener conto che di esso fanno parte lavoratori di differenti e opposte ideologie (...

) e deve astenersi dal prendere posizioni di natura strettamente politica». Lo diceva Giuseppe Di Vittorio, leader Cgil morto mezzo secolo fa. Un sindacalista che difendeva chi subiva torti senza perdere tempo in girotondi e polemiche da salotto.

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