Servillo propone «Le false confidenze»

Lettura moderna dell’opera di Marivaux che parla dell’amore ostacolato dagli intrighi e soffocato dal denaro

Viviana Persiani

Un magistrale gioco di sguardi, sorretto da atmosfere astratte, dove il non detto grida il senso delle allusioni; Tony Servillo è tornato al Teatro Grassi con Le false confidenze di Pierre Marivaux mettendo in scena la lucidità e la chiarezza con le quali lo scrittore francese ha amato dipingere la sottigliezza del caso sentimentale. Rispettando lo stile gradevolissimo e pieno di iridescenze del borghese parigino, Tony Servillo sfrutta la sua grande capacità di attore per guidare il bel Durante nella sua scalata sociale. «“Le false confidenze” è un capitolo della trilogia che sette anni fa presentammo attorno alla drammaturgia francese del '600-700: il “Tartufo” e il “Misantropo” di Molière furono seguiti da questo lavoro di Marivaux che, felicemente, portammo in tournée».
Che relazione c’è tra questa commedia e le due di Molière che ha scelto per la trilogia?
«Al centro dei tre lavori ci sono questi personaggi che si ritrovano a rapportarsi con la società mettendo in atto strategie differenti; ad esempio il “Tartufo” gioca con l’ipocrisia, mentre in questo caso, Durante, si muove in una geometria di atmosfere suggestive, dove gesti, movimenti e sguardi si impadroniscono della scena diventando protagonisti della vicenda per portare a termine il suo obiettivo: la scalata sociale».
Un tema attuale, quindi?
«Il tema è di grande modernità. L’amore ostacolato dall’interesse dagli intrighi e soffocato dal denaro sembra parlare dei giorni nostri».
Quindi, nella sua messinscena della quale è anche interprete, non ha solo dato importanza alla parola?
«Ho utilizzato alcune battute come didascalie comportamentali, alludendo a ciò che Marivaux aveva espresso esplicitamente. Si tratta di una lettura moderna e al giorno d’oggi, il pubblico teatrale non ha bisogno dell’esplicazione totale di certe scene. In collaborazione con gli attori ho creato una dimensione affascinante di accenni, sottintesi e insinuazioni.

Vorrei mettere l’accento sulla protagonista femminile interpretata da Anna Bonaiuto; ultimamente non siamo così abituati a vedere figure di donna simili, con le caratteristiche di questo personaggio. Assistiamo a performance di corpi da esibire o comunque a modelli di mascolinità; Anna, con grande naturalezza e immediatezza, dà corpo e voce al suo personaggio seguendo l’intelligenza del cuore».

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