«Non sono contrario a un biglietto dingresso a pagamento». Sugli spalti più alti del Duomo, proprio sotto la grande guglia in restauro, larciprete della cattedrale, monsignor Luigi Manganini, tiene un discorso molto serio, che ha inizio con linizio stesso della grande chiesa dedicata per volontà di Gian Galeazzo Visconti a Mariae Nascenti, che intese così omaggiare la madre di Gesù dopo che sua moglie era riuscita a portare a lieto fine un parto molto difficile.
Chi contribuisce a finanziare il mantenimento di siffatta bellezza, che è stata definita dallo stesso monsignore un «bastimento sullacqua», vista la falda liquida su cui appoggia? «Il problema del biglietto - continua Monsignor Manganini - sta nel riuscire a scindere le persone e la finalità della loro visita. Se cè un gruppo di ragazzi delloratorio che entrano per conoscere e pregare nella loro chiesa non si può presentare loro un ticket. Ma per altre comitive turistiche, ipoteticamente, si può pensare al versamento di un obolo».
Sono 11 mila al giorno, 4 milioni in un anno, i visitatori del Duomo, e 600 mila quelli che raggiungono queste terrazze così alte che si può godere del panorama dellintera Milano. Già in alcuni luoghi del Duomo, come il Battistero, oggi si versano 4 euro. «Se trovassimo il modo di identificare, separare e far convivere i due flussi, quello dei turisti e quello dei fedeli, sarebbe la soluzione migliore» per far fronte al problema della mancanza di fondi, necessari allo scopo di mantenere in salute e beltà la «casa» della Madonnina.
«Casa» che fu edificata proprio grazie allambizione del Duca Gian Galeazzo Visconti e che fin dallinizio delle sue fondamenta fu alimentata, esempio quasi unico nella storia della Chiesa, dal denaro che veniva dalle tasche degli ambrosiani, tanto è vero che il cardinal Martini affermava di sentirsi «un ospite» su questo altare, basato sul denaro pubblico della società civile.
Luso si protrasse nella storia. Quando Napoleone scelse la cattedrale gugliata come Tempio per incoronarsi Re dItalia volle che fosse abbellita con lattuale facciata. «Per farlo - racconta sempre monsignor Manganini - espropriò alla Chiesa alcuni beni immobili. Così fu chiesta una tassa ai cittadini, tassa che rimase fino al mandato del sindaco Albertini, che la tolse».
Quale il valore dellobolo per il cuore di marmo della Diocesi più vasta dEuropa e una delle più grandi del mondo? Ancora non si sa, «ma non vogliamo arrivare agli estremi di certe cattedrali che ormai sono musei, come quella di Firenze, dove nei giorni feriali non mettono più neppure le panche» osserva Manganini, continuando a scontornare i dettagli di un emulumento che per ora rimane soltanto allo stato di ipotesi, ma che potrebbe ben presto essere realtà visti i costi di sussistenza che un «bastimento» di questo tipo presenta.
Un esempio. Per la ristrutturazione della guglia centrale, che ormai dava segni di cedimento, sono stati raccolti dalla Arcus Spa di Roma ben 9 milioni di euro, su un tavolo a cui hanno partecipato anche Comune, Provincia e Regione. «Milano è una città darte cui porre molta attenzione - ha detto Ettore Pietrabassa, direttore della Arcus -.
Servono fondi per il Duomo «I turisti paghino un obolo»
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