Salute

Sesso, le 11enni inglesi chiedono pillola del giorno dopo via sms

Le studentesse di scuola secondaria inglese, poco più che bambine tra gli 11 e i 13 anni di età, potranno richiedere la pillola del giorno dopo. E per evitare imbarazzi potranno farlo via sms

Sesso, le 11enni inglesi chiedono 
pillola del giorno dopo via sms

Londra - Le studentesse di scuola secondaria inglese, poco più che bambine tra gli 11 e i 13 anni di età, potranno richiedere la pillola del giorno dopo, e per evitare imbarazzi potranno farlo via sms. La notizia, destinata a suscitare polemiche in gran Bretagna, riguarda per ora un progetto pilota che partirà quest’estate in quattro scuole secondarie di Oxford e due di Banbury, nell’ambito di un piano per ridurre le gravidanze indesiderate tra le adolescenti.

La pillola "via sms" Il servizio è stato introdotto congiuntamente dall’Oxfordshire County Council e l’Oxfordshire Primary Care Trust, dopo un aumento inquietante di quasi il 10 per cento del numero delle ragazze minorenni rimaste incinte negli ultimi due anni nella zona. La pillola del giorno dopo contiene un’alta dose di ormone progestinico, e va presa entro 72 ore dopo aver avuto sesso non protetto, anche se è più efficace entro 24 ore. Per questo, secondo i sostenitori dell’inziativa, fornire alle ragazzine un mezzo rapido e "anonimo" come il messaggino per richiederla potrà essere decisivo nell’impedire in tempo una gravidanza non voluta.

Le polemiche della Chiesa Non è convinto padre John Saward, sacerdote alla chiesa cattolica dei Santi Gregorio e Agostino a Oxford: "Penso che sia orrendo - ha detto al Daily Mail senza mezzi termini - La presentazione di un programma come questo incoraggerà la promiscuità nei bambini". "Il nostro impegno - taglia corto Louise Chapman, assessore all’infanzia della Contea dell’Oxfordshire - è ridurre il numero di gravidanze nelle adolescenti e stiamo cercando il metodo più efficace.

Non c’è alcuna intenzione da parte nostra di sostituirci ai genitori o ingannarli, e anzi incoraggiamo le giovani a parlare ai loro genitori sulla loro situazione".

Commenti