Sesso acrobatico sulla poltrona della dentista

Le immagini sono esplicite. Fin troppo. Pare un film girato da professionisti del settore. La scena, innanzi tutto: studio medico, poltrone reclinabili, volendo c’è anche un lettino bello morbido. Entrano i protagonisti. E si danno subito da fare: lui interpreta la parte del giovane odontotecnico, alto, atletico, occhio assatanato; lei è la dentista titolare dello studio, non più giovanissima (diciamo pure sulla cinquantina), ma ancora in carne e, soprattutto, con insospettabili doti da contorsionista. Tra una protesi e un’otturazione, fra un impianto e un’anestesia, si vede che i due «attori» si concedono una pausa intima, breve ma intensa, tutto davanti all’obiettivo della telecamera. Nulla sfugge all’occhio elettronico e alle sue appendici microfoniche ad alta fedeltà: gli ondeggiamenti della poltrona reclinabile, gli scricchiolii del lettino, i mugolii dei soggetti (che comunque fanno bene a chi, in sala d’attesa, s’immaginava di udire solo urla di dolore). Non c’è molto dialogo, nel film, ma chissenefrega? Chi l’ha visto non se n’è neanche accorto, basta e avanza il nudo realismo delle sequenze.
Solo che, quelle sequenze, vuole vederle anche il magistrato che deve decidere ai fini dell’attribuzione delle responsabilità, dopo le denunce depositate dai protagonisti. Protagonisti in carne ed ossa, ancorché in mutande. E sì, perché non di fiction si tratta, ma di una vicenda erotico-dentistica realmente accaduta, fin nei minimi particolari, compresi i più reconditi nei quali ha esplorato la telecamera. Lui dice al giudice che le riprese le aveva pretese lei per aggiungere un po’ di peperoncino piccante alle performance, lei nega e parla di registrazioni clandestine, e comunque sempre a sua insaputa, allo scopo di ricattarla a posteriori (dopo averne mostrato ai telespettatori i suoi, di «posteriori»). Le due versioni contrastano. La dentista: «Ha approfittato del fatto che mi ero invaghita di lui». L’odontotecnico: «È lei che mi ha usato, sapeva benissimo della telecamera, le piaceva rivedersi all’opera, io mi sono adeguato per assecondarla. Fino in fondo». Solo l’attenta visione del filmato potrebbe dimostrare chi recitava e chi faceva sul serio, e stabilire la verità. Ma quel benedetto filmato non si trova, è sparito prima d’essere esibito in tribunale.

Era nel fascicolo, ma non è mai arrivato nella sala televisione del giudice. Che a questo punto non sa più se l’ha fregato un usciere per guardarselo in privato, o l’ha fatto sparire l’odontotecnico per nascondere le prove, o se l’ha portato via la dentista per nascondere la cellulite.

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