Sesso e favori: arrestato l’ex prefetto Ferrigno

MilanoLa parabola di Carlo Ferrigno, poliziotto di quelli tosti, con un passato ingombrante ed un presente ancora più scomodo, finisce ieri nel peggiore dei modi: all’alba il prefetto Ferrigno viene arrestato a Napoli su ordine della magistratura milanese con un’accusa decisamente infamante. Nominato nel 2003 commissario nazionale antiracket, Ferrigno avrebbe preteso favori sessuali dalle vittime che si rivolgevano al suo ufficio per ottenere l’aiuto dello Stato. Visto che c’era, Ferrigno - che anche per questo reato viene colpito da ordine di cattura - avrebbe millantato la possibilità di arruolare giovani donne nei ranghi della Polizia di Stato, in cambio dei medesimi favori a luce rossa. Una storiaccia, insomma, dove una tardiva voracità sessuale sembra intrecciarsi ad una spregiudicatezza fuori limite.
Che Ferrigno - settantatrè anni, già questore di Torino e prefetto di Napoli - fosse finito in storie poco commendevoli lo si era appreso già a margine dell’inchiesta su Silvio Berlusconi per il «Rubygate». Negli atti dell’inchiesta erano infatti confluite le intercettazioni compiute da un altro pm milanese, Stefano Civardi, sul cui tavolo era approdata la denuncia contro Ferrigno dell’associazione Sos Racket e Usura. Il presidente di questa, Frediano Manzi, aveva raccolto diverse denunce di vittime del racket nuovamente vittimizzate dal commissario governativo. Le indagini di Civardi, evidentemente, hanno confermato e corroborato il racconto delle vittime. Tra le donne indicate nel capo d’accusa ci sono anche due minorenni.
Il telefono di Ferrigno, messo sotto controllo dal pm Civardi, aveva aperto nuove finestre sul cosiddetto «Rubygate», perché il prefetto era risultato in contatto con una delle ragazze invitate alle feste di Arcore, tale Maria Makdoum. Parlando con un amico, Ferrigno aveva riferito in modo brutale le confidenze che diceva di avere ricevuto dalla giovane, accompagnate da insulti al presidente del Consiglio. E le conversazioni del prefetto sono finite dritte dritte nel fascicolo del processo sul Rubygate per concussione e prostituzione minorile aperto il 6 aprile scorso a carico del Cavaliere.
Non è la prima volta che Ferrigno si ritrova sotto processo. Alla metà degli anni Novanta, quando dirigeva l’Ucigos - l’organismo di coordinamento della polizia politica di tutta Italia - era stato accusato dalla Procura di Milano di avere cercato di occultare i documenti di un archivio parallelo scovato negli uffici del ministero dell’Interno.


Particolarmente duro nei confronti di Ferrigno era stato il senatore Giovanni Pellegrino, rappresentante della sinistra in commissione Stragi: che poco tempo dopo però aveva dato atto a Ferrigno di avere lanciato per tempo l’allarme sul ritorno del terrorismo brigatista in Italia. Ma l’allarme era rimasto inascoltato e Ferrigno aveva dovuto lasciare il posto.

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