A Sestri Levante serve la sfida della Brambilla

(...) a Sestri Levante è una questione monocromatica, e qualsiasi sfumatura che lievemente differisca dal rosso è necessariamente reazionaria e «fascista». Compresa un’eventuale e molto improbabile retromarcia sulla diretta della Tv della Libertà, che verrebbe vista come segno di debolezza dö sciu scindico.
E allora la cosa è chiusa lì? Non c’è proprio modo di vedere se, oltre alla giunta che è comunque passata dalla parte del torto, c’è qualcuno che ha ragione? Un modo ci sarebbe. E sarebbe Michela Vittoria Brambilla a poter fare la prima mossa. A costringere, questa volta sì, Andrea Lavarello, a un confronto in tv. Non solo su quella della Libertà. Una ventina di giorni fa, a Courmayeur, la promotrice dei Circoli della Libertà ha lanciato ufficialmente la sua prima sfida politica. Ha presentato il suo movimento a una competizione elettorale. E quel giorno, nel celebre borgo valdostano, non si parlava d’altro. L’eco di quella mossa è rimbalzata in tutta Italia. L’anno prossimo, in primavera, a Sestri Levante, comune al di sopra dei 15mila abitanti, ci saranno le elezioni.
Insomma, perché non fare di Sestri Levante il laboratorio ligure dei Circoli della Libertà? Una vittoria immediata sarebbe quella di dare una dimostrazione di libertà e liberalismo a chi ha votato una delibera contro una trasmissione giornalistica. Il rischio di sconfitta sarebbe praticamente pari a zero, visto che a Sestri il centrodestra non ha mai vinto niente, eccezion fatta per una parentesi di qualche mese dell’ex sindaco leghista Gianni Traversaro che peraltro contro di sé non aveva neppure la sinistra. Anzi, il sindaco uscente, che qualcuno dei suoi non dà neppure per rientrante, è già oltre l’orlo della crisi, con i nervi a fior di pelle dopo la figuraccia sul porticciolo. Ci si era giocato il jolly e i cittadini gli hanno servito un due di picche con la briscola a fiori.
E sempre la storia amministrativa recente insegna che a Sestri il centrodestra cerca ancora un leader vero (per di più con l’unico aspirante leader, Fabio Broglia, che per la prima volta non può negare di stare con la sinistra), fosse anche un concetto di leader vero. Insomma, se non proprio il fatto di avere la Brambilla candidata sindaco, l’idea di essere almeno un banco di prova nazionale, con tanto di ospiti politici di primo piano a darsi battaglia, sarebbe per il popolo moderato una spinta notevole. E poi si potrebbe fare una lista unica, senza quei simbolini dei partiti che sulla Baia delle Favole hanno sempre fatto discutere i segretari e i tuttofare, ma contemporaneamente con un marchio di chiaro riferimento che le misteriose liste civiche nascondono quasi per un senso di vergogna.

Nella lista unica ci potrebbero andare candidati forti e rappresentanti di partito, senza che nessuno faccia lo schizzinoso perché non vuole affiancamenti con i «fascisti» di quà e i «razzisti» di là.
È un’idea. Una proposta. Un invito a Michela Vittoria Brambilla e ai leader del centrodestra. Può essere scartato o contrastato. Ma almeno non spento da Andrea Lavarello.

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