Nella loro tana, i Foxes, le volpi bolzanine, hanno trovato l'antidoto contro il veleno delle vipere milanesi e così i Vipers, per la prima volta dopo sette anni, non giocheranno la finale scudetto dell'hockey ghiaccio. Quattro a due in gara 4 e ora ai tifosi rossoblù rimane il dubbio se trattasi della fine di un ciclo vincente (dopo cinque tricolori e sette finali in altrettanti anni) oppure la nascita di uno nuovo, dal momento che si puntava tutto sulla "linea verde" lanciando in prima squadra ben dieci ragazzi del vivaio. «Ma non andiamo certo alla ricerca di alibi per questo. Non sarebbe giusto trovare la scusa della bassissima età media della squadra - ci tiene a precisare Michele Strazzabosco - anche perché penso che, per quanto abbiamo fatto vedere lungo tutto l'arco della stagione, avremmo avuto tutte le carte in regola per andare a giocarcela per il titolo».
Morale ai minimi livelli, ma anche in queste situazioni il capitano ha un'impennata d'orgoglio: «Abbiamo comunque disputato un campionato al di sopra delle aspettative, la stessa società ha cambiato obiettivo durante la stagione riuscendo anche ad azzeccare in corsa i giusti innesti (il ritorno di Lefebvre, ndr) per rimpiazzare la partenza di Di Stefano. Lui sì invece, che è stato davvero una delusione, perché a 23 anni era considerato da tutti l'uomo giusto attorno al quale creare un nuovo gruppo vincente e invece non ha fatto veramente nulla nei tre mesi che è stato con noi».
Stagione appena terminata ed è già l'ora di pensare all'anno prossimo: «La società non ha ancora parlato con nessuno di noi. Penso aspetteranno la fine del campionato per prendere delle decisioni su come e se muoversi sul mercato.
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