Sette mesi di lotta a colpi di emendamenti E alla fine il Pgt taglia il primo traguardo

Questa volta, ci siamo. Il condizionale sarebbe d’obbligo, visto il percorso travagliato del Piano di governo del territorio in aula. Cinquantaquattro sedute dal 15 dicembre scorso, e il numero legale che è caduto ventiquattro volte. Ma dopo sette mesi, sembra arrivato il d-day del Pgt. Il 14 luglio è la presa della Bastiglia del consiglio comunale. Dopo i mesi di ostruzionismo da parte dell’opposizione si apre (finalmente) la rivoluzione urbanistica in città. Ieri il dibattito sugli ultimi 97 emendamenti ancora all’ordine del giorno è partito con il sindaco Letizia Moratti in aula - ci è rimasta circa un’ora e mezza ma ha dato la disponibilità a rientrare ad ogni momento per mantenere il quorum -, il Pdl impegnato a fare i turni per garantire sempre 21 consiglieri presenti. Anche la consigliera della lista Milano Civica Milly Moratti - paladina dell’anti-cemento - ha accettato di ritirare diverse correzioni e ha velocizzato la discussione di quelli rimasti sul tavolo. Alle 19 erano già scesi a una quarantina, saliti a ventinove i consiglieri della maggioranza presenti. Un segnale di compattezza che ha scricchiolato parecchio nel corso dei mesi sul documento che manderà in pensione il vecchio piano regolatore.
La linea bipartisan, fino a ieri sera, era di proseguire la notte bianca del Pgt fino all’esaurimento degli emendamenti e al voto finale. In caso di sfinimento bipartisan, una sospensione della seduta (convocata non-stop dalle 15 di ieri fino alle 20 di questa sera) e ritorno in aula nel pomeriggio per le dichiarazioni di voto e il via libera con trentuno consiglieri presenti. Anche se il Pd ieri pomeriggio covava ancora il desiderio di far cadere il numero legale e allungare il dibattito almeno fino a lunedì prossimo.
Dopo l’approvazione, si aprirà da settembre la raccolta delle osservazioni al documento. Il Pgt potrebbe tornare in aula per l’approvazione definitiva alla meglio a dicembre, alla peggio a marzo. In entrambe i casi, la fase «b» dell’ostruzionismo che il Pd e la sinistra radicale hanno già in cantiere rischia di impedire l’approvazione entro la fine del mandato.

Specialmente perchè quando il piano tornerà in aula gli schieramenti saranno in piena campagna elettorale per le comunali del 2011. E i coltelli affilati rischiano di rimandare ancora la creazione di 30mila case in housing sociale, venti nuovi parchi e il recupero delle vecchie aree dismesse. Alcune delle promesse contenute nel Pgt.

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