Sette milioni di italiani con insufficienza renale Efficace metodica per la filtrazione del sangue

Stili di vita che favoriscono obesità, diabete, ipertensione. Dieta ricca di proteine, fumo di sigaretta, poca attività fisica. Così avanzano le malattie renali. In Italia oggi si contano circa 7 milioni di persone con insufficienza renale e 50mila i malati in dialisi. Quest’ultimi drammaticamente in crescita: dieci anni orsono erano 31mila, sono cresciuti del 61,3 per cento.
Di emergenza malattie renali, ricerca, nuovi fattori predittivi e nuove frontiere della terapia si è parlato al Congresso Mondiale di Nefrologia (Wcn 2009, oltre 12mila i partecipanti), da poco concluso a Milano, presieduto dal professor Francesco Locatelli, direttore del dipartimento di nefrologia, dialisi e trapianto dei rene dell’ospedale Manzoni di Lecco.
«La dialisi - precisa Locatelli - rappresenta solo la punta dell’iceberg delle esigenze dei malati sofferenti di insufficienza renale. È necessario agire prima, sulla fascia di popolazione a rischio. Se non si fa almeno un esame delle urine, per vedere se vi è una piccola perdita di proteine o non si controlla la pressione arteriosa, non ci si accorge di questa malattia».
I segni di un danno renale, in molte situazioni, possono essere visibili già nell’infanzia. Uno studio internazionale, al quale ha partecipato anche l’università di Torino, ha definito una nuova classificazione mondiale delle lesioni predittive della più comune forma di insufficienza renale, la nefrite da depositi IgA. I pazienti a rischio di evoluzione verso la perdita di funzione renale e la dialisi, potranno così essere precocemente identificati e curati. Nell’insufficienza renale esistono fattori di rischio cardiovascolare specifici: l’infiammazione e la propensione a calcificazione delle arterie. A conferma arriva una novità tecnologica: l’emodiafiltrazione on-line mista. È una metodica con controllo computerizzato dell’andamento della seduta dialitica che offre la massima depurazione delle sostanze tossiche del sangue del paziente. Il nuovo sistema è stato studiato per anni dal dottor Luciano Pedrini, prima all’ospedale di Sondrio con il dottor Vincenzo De Cristofaro, poi al Centro dialisi di Seriate (Bg).
«I risultati clinici preliminari della nostra esperienza su un ristretto numero di pazienti, sono stati talmente incoraggianti da essere pubblicati sulla più prestigiosa rivista scientifica nefrologica internazionale, Kidney International», dice il dottor Pedrini.

A produrre la nuova tecnologia sarà la tedesca Fresenius Medical Care (azienda leader nella produzione di dispositivi medici e servizi per il trattamento dell’insufficienza renale, presente in oltre 100 Paesi del mondo).

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