Sette ore davanti ai pm: Tavaroli sotto torchio nel carcere di Voghera

da Milano

È stato un venerdì duro per Giuliano Tavaroli, ex responsabile della security di Telecom, ora indagato per il «caso intercettazioni». Sette ore sotto torchio nel carcere di Voghera, dove è detenuto dal 20 settembre. Un interrogatorio fiume davanti ai magistrati milanesi che indagano sui dossier illeciti che accusano, tra gli altri, anche l’ex capo della sicurezza del colosso delle telecomunicazioni. Tavaroli resta al centro della complessa indagine della Procura milanese e i magistrati ipotizzano che in passato ci fosse un intricato sistema di indagini abusive, di rapporti sotterranei tra Telecom Italia e l’universo dei servizi segreti, nonché di intercettazioni abusive. Gli inquirenti vogliono far luce sui molti rapporti di Tavaroli.

Amico di vecchia data di alcuni uomini di punta dei servizi segreti, amico dell’investigatore privato fiorentino finito in una serie di guai, Emanuele Cipriani, capo della agenzia Polis d’Istinto, già inquisito dalla Procura di Viterbo per indagini abusive, l’ex manager Telecom sta raccontando le sue verità. Ha già ammesso di aver svolto indagini sul calciatore Christian Vieri su mandato della dirigenza dell’Inter. E molto probabilmente sarà risentito la prossima settimana.

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