Flavio Martino
È precipitata dal tetto di una palazzina di tre piani ed è sopravvissuta per quella sua misteriosa protezione istintiva, tramandata da una leggenda, come il casco ha salvato la vita del suo padrone dopo un incidente stradale. Lei, la protagonista di questa storia, è una gattina di tre anni. Faceva parte della colonia di Torre Argentina ed è stata adottata insieme allinseparabile compagna di giochi da Alessandro Natalizia, di professione fotografo, quando avevano entrambe poche settimane. Il colore prevalentemente rosso (in gergo roscio) della pelliccia ha consigliato il nome in dialetto romanesco: Roscetta (laltra si chiama Pagnottella e in quel momento sonnecchiava), ha unindole spericolata che fa stare con il cuore in gola e ultimamente ha spaventato tutti. Alessandro, la moglie e la figlia, erano a cena sul terrazzo del loro attico, quando allimprovviso hanno visto Roscetta cadere nel vuoto. Aveva spiccato un salto per arrampicarsi sul cornicione, ma ingannata dalle ombre e dai riflessi della luna aveva sbagliato la distanza e stava piombando giù, da 12 metri. Miagolava e piroettava per trovare la posizione giusta e «atterrare» senza morire, comè successo al suo padrone qualche giorno più tardi. Il fotografo dopo aver chiuso il suo negozio nella galleria Esedra, nei pressi di piazza della Repubblica, stava tornando a casa in motocicletta. Allimprovviso lo schianto con unautovettura. È volato per aria e come Roscetta si è rigirato su se stesso prima di cadere sullasfalto. Fortunatamente se lè cavata con leggere ferite grazie al casco. Roscetta invece è rimasta illesa per la sua ereditaria e leggendaria tutela. Si racconta, infatti, che un gatto si addormentò sulla manica del caffettano di Maometto, il quale dovendosi alzare non esitò a tagliarla per non disturbare il sonno di quel piccolo ospite della sua veste. Al risveglio il micino drizzò la coda in segno di gratitudine.
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