Settembre, andiamo. È tempo di mostre

Si apre il 15 a Palazzo Crepadona di Belluno e a Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore di Pieve di Cadore «Tiziano. L’ultimo atto». La rassegna ripercorre gli ultimi vent’anni del maestro cadorino quando, ormai famoso, decide di riorganizzare intorno al 1565 la propria bottega tra Venezia e Pieve di Cadore. Sono anni difficili, in cui il pittore, più vecchio e più solo, deve affrontare problemi di famiglia, e nuove svolte pittoriche. Le meditazioni sulla fragilità dell’esistenza, l’inesorabilità della morte, il peccato, la redenzione, lo portano a una pittura religiosa e mitologica, trattata con massima libertà. Le opere, contese furiosamente dagli eredi alla sua morte per causa della peste nel 1576, in seguito disperse sul mercato, tornano dai vari musei offrendo un panorama insolito, con un allestimento suggestivo curato dall’architetto Mario Botta.
A Ferrara è di scena il Rinascimento. «Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este» apre il 23 settembre a Palazzo dei Diamanti e a Palazzo Schifanoia. I due pittori, tra i più estrosi e accattivanti del Quattrocento, sono i protagonisti di un’epoca feconda per le arti, quella del governo di Borso, signore di Ferrara dal 1450 al 1471. Oltre 150 opere tra dipinti, sculture, miniature, disegni, oreficerie, ricostruiscono il volto di quel fortunato periodo. La recente conclusione del decennale restauro degli affreschi del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia, magnifico ciclo, offre la possibilità di confronti e riletture a distanza di oltre sessant’anni dall’Officina Ferrarese, fondamentale libro di Roberto Longhi.
Dal Rinascimento all’antico, con la mostra «La rivoluzione dell’immagine. Arte paleocristiana tra Roma e Bisanzio» aperta dall’8 settembre al 18 novembre a Vicenza (Gallerie di Palazzo Leoni Montanari), dedicata alla prima arte cristiana tra IV e VI secolo, prodotta a Roma, Bisanzio e in tutto l’impero romano. Un’arte che, dopo l’editto di Costantino del 313 d.C., può esprimersi con più libertà. Ed è molto bella, come testimoniano novanta opere tra mosaici, affreschi, bronzi, oreficerie, vetri, avori e tessuti.
Dall’antico al Novecento con «Collage/Collages. Dal Cubismo al New Dada» alla Gam di Torino (9 ottobre), lettura storica della tecnica del collage, sperimentata da Picasso e Braque e adottata dalle avanguardie futuriste e dadaiste: un excursus, con 160 opere, dagli anni Dieci ai primi Sessanta del XX secolo. Al Castello di Rivoli (Torino) il 17 ottobre si inaugura invece una ricca retrospettiva dedicata all’opera di Gilbert & George. Progettata dagli stessi artisti, permette di seguire il loro processo creativo dagli anni Settanta a oggi attraverso l’esposizione di 150 opere. I due sono noti per aver presentato se stessi e i propri corpi come «sculture viventi». Dagli anni Settanta creano immagini in serie o in gruppi di fotografie in bianco e nero, e a colori, su tematiche religiose, sessuali, culturali, razziali.
«America! Storie di pittura dal Nuovo Mondo» apre nuovi scenari a Brescia (Museo di Santa Giulia, dal 24 novembre), dopo la scorpacciata di impressionisti. Alla ribalta la pittura americana dell’Ottocento, che non ha ancora avuto nel nostro Paese una mostra adeguata.

Si tratta di grandi, insondati paesaggi, battuti dai pionieri, di figure e ritratti di borghesi importati dall’Europa e di indiani. Opere che si vedono nei musei americani e che ora arrivano in casa nostra: 150 dipinti più una cinquantina di fotografie.

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