Non ho mai creduto alle promesse del tipo meno tasse per tutti e da tempo non aspetto la rivoluzione italiana. Coltivavo però una convinzione minimalista: i governi di centrodestra, perlomeno, non vessano e non stressano i cittadini e non li tartassano. Non riducono le tasse ma almeno non danno mazzate. Oggi mi devo ricredere: certo, la crisi è globale e non è colpa di questo governo. Però se devo subire da Tremonti e dal governo le stesse angherie di un governo Prodi o Amato, Visco o Bersani, beh, allora passo alla neutralità assoluta. Cresce il disgusto paritario.
Non capisco il criterio dei sacrifici a chiazze, e non a gradi, feroci e non spalmati: alcune Province soppresse altre no, alcune categorie spremute, altre- pur abbienti - no; alcuni rami minori della Casta tagliati, altri no. Allora sposto su altri piani la domanda: se un governo fa scempio delle mie tasche, vorrei che perlomeno mi gratificasse sui temi politici e sociali, etici e ideali. Se non tutela gli interessi, che almeno tuteli i valori.
L’amor patrio e la tradizione, il senso vivo della comunità, la difesa dei deboli, della vita e della cultura, e poi grandi imprese, grandi esempi, gran fervore di idee. Macché, solo l’ombra.
E allora se in questo indecente teatrino su come è meglio affondare, giganteggia il modesto Casini e un democristiano che giocava nei juniores sembra uno statista, beh, allora vuol dire che abbiamo superato la frutta, siamo all’ammazzacaffè. A settembre o cambiate voi o cambiano gli italiani. Svoltare o dirsi addio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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