La sfida di Berlusconi: con questi pm non parlo
15 Settembre 2011 - 08:23Qualcuno non ha ancora perso la speranza di portare l’Italia nel caos. in prima linea ci sono i pm che ogni giorno buttano benzina sul fuoco. Ma Berlusconi non intende cedere: "Io con quelli non parlo"
Il governo non c’è, il governo cade, la maggioranza è divisa, ormai è questione di ore eccetera eccetera. Il governo, quello vero e non quello raccontato su giornali e tv, è invece vivo e vegeto e ieri ha potuto contare su una maggioranza qualificata (316 sì con 8 assenti) per approvare definitivamente la manovra finanziaria già benedetta dai vertici politici e finanziari europei. I catastrofisti subiscono un altro colpo ma ovviamente non mollano, supportati dai loro amici teppisti che ieri hanno assediato Montecitorio provocando incidenti. Qualcuno non ha ancora perso la speranza di portare l’Italia nel caos, e fare cadere il governo seguendo il modello Grecia. E in questo sono in prima linea i Pm che ogni giorno buttano benzina sul fuoco. Ieri è stata fatta trapelare l’intercettazione (non autorizzata) tra Berlusconi e Lavitola la cui sintesi era stata anticipata, guarda caso, da L’Espresso. Ad ascoltarla si evince che la versione privata (intercettata) e quella pubblica di Berlusconi coincidono perfettamente. Berlusconi infatti tranquillizza il suo interlocutore sugli aiuti economici dati a Tarantini: non abbiamo fatto nulla di male, dice il premier, e sono pronto a scagionarvi dall’accusa di ricatto perché è falsa. Che faccio, resto qui a Sofia? Chiede Lavitola che in quel momento non era ricercato. E Berlusconi risponde: resta lì, vediamo un po’.
Su questa telefonata i Pm napoletani stanno braccando il premier, minacciando di ammanettarlo se non accetterà di deporre come parte lesa. Un ricatto al quale Berlusconi, che ha presentato una memoria scritta, non intende cedere. Io con quelli non parlo, è il suo ragionamento, perché sono loro ad aver commesso illegalità a ripetizione. Che la farsa dell’interrogatorio sia soltanto un tranello ormai è evidente a chiunque. Non è il primo e, dicono i ben informati, non sarà l’ultimo. Il tam tam delle Procure dice infatti che a ore potrebbero uscire dai cassetti altre intercettazioni. Già si sa che non contengono ipotesi di reato ma che sarebbero ghiotte per il gossip mediatico. Adesso forse si capisce meglio perché magistrati e sinistra si sono di recente opposti alla riforma, logica e un tempo non lontano condivisa, della legge che regola le intercettazioni e il loro uso. Se fosse stata fatta, oggi conterebbero soltanto i reati veri, pettegolezzi e illazioni resterebbero confinati nella libertà di espressione tra cittadini.
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