La sfida dell’iPad

Si tratta di un oggettino delizioso, indiscutibilmente «figo», come da tradizione Apple. La domanda è: iPad salverà il mercato editoriale in crisi? A leggere i commenti entusiasti prima e dopo la presentazione dell’oggettino delizioso sembrerebbe di sì. Ma viene un sospetto. Che molti commentatori abbiano proiettato la loro sete di novità su un oggetto ancora non identificato, quindi perfetto come schermo dei desideri. Diciamocelo francamente, questo iPad non si è capito bene cosa sia. Un telefonone? Un computerino? L’incertezza suscita brame, gli oggetti non identificati fanno nascere le dicerie più vertiginose. Dal punto di vista del mercato editoriale è presto per fare delle previsioni, come è presto per farne sul lettore Kindle. Abbiamo sentito a riguardo Cristina Mussinelli consulente e responsabile per l’editoria digitale dell’Aie (Associazione Italiana Editori), unico membro europeo nel board dell’Idpf, l’osservatorio internazionale sugli e-Book con sede negli Usa. La Mussinelli ci riporta alla realtà: «Per ora il mercato degli e-readers, pur con tassi di crescita elevati, è un mercato ridotto. Nel mondo ne sono stati venduti circa tre milioni, in Italia ventimila. Il fatturato del mercato dei libri elettronici è di circa 150 milioni di dollari, vale a dire l01,5% di quello del mercato tradizionale». Nel 2010 negli Usa strapperà forse il 3%.
E per quanto riguarda l’iPad della Apple? Durante la presentazione dell’oggetto abbiamo visto Steve Jobs che sceglieva un libro da uno scaffale virtuale e lo sfogliava sull’Ipad, e abbiamo saputo che Apple aprirà la sua libreria on-line. «Lì bisognerà vedere i costi di connettività, e i costi dei libri - continua la Mussinelli -. È interessante che l’iPad accetti il formato ePub, quello standard per i libri digitali, al contrario di Amazon che usa un formato proprietario». Domanda cruciale: cosa mi impedirà, una volta acquistato l’iPad, di scaricare da un sito peer to peer (come Emule, Limewire, o Bittorrent) il libro digitale senza pagarlo? La Mussinelli ipotizza che i libri digitali avranno «un sistema di protezione che bloccherà l’uso illimitato di un file». Il nocciolo della questione è tutto qui.
Per molti iPad sarà la chiave di una rivoluzione dell’online: il passaggio dai contenuti liberi a quelli venduti usando un sistema di micropagamenti, sul modello di Itunes che vende una singola canzone a 99 centesimi. Vasto programma, assai complicato da realizzare. L’argomento che spegne gli entusiasmi per la «rivoluzione» iPad applicata all’editoria è il paragone con il mercato musicale. Molti hanno scritto che iPad salverà il mercato editoriale come gli iPod e iTunes hanno salvato quello della musica. Ma il mercato musicale non è stato affatto salvato, è in crisi nera: tra il 2004 e il 2009 ha perso il 30 per cento.

Gli iPod e iTunes hanno portato soldi a palate alla Apple, ma moltissimi utenti musicali online non scaricano dalle piattaforme legali, lo fanno attraverso programmi di scambio gratuiti, illegali o paralegali. Comunque questo iPad resta un oggettino delizioso.

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