La sfida impossibile

«So che per molti di voi il cambiamento non è stato abbastanza rapido, ma vi invito a guardare cosa abbiamo fatto finora: l’America è tornata a camminare sulla strada giusta. Non è il momento di mollare».
A 100 giorni dal voto di midterm, temutissimo dai democratici che rischiano di perdere il controllo della Camera dei rappresentanti, Barack Obama sprona la sinistra del suo elettorato, a mettere da parte ogni frustrazione e «finire l’opera iniziata due anni fa». In un video inviato a sorpresa alla convention di Netroots Nation, un’organizzazione liberal che riunisce oltre 2100 blogger in tutti gli Stati Uniti, Obama ha lanciato un vero e proprio appello alla mobilitazione.
Il presidente ha chiesto a questi «genietti» del web, spesso poco più che ventenni, di tornare ad appoggiarlo, con lo stesso entusiasmo che lo portò a vincere nel 2008, quando la campagna mediatica e politica sfruttò al meglio le potenzialità del web. Obama sa che è necessario non perdere alcun voto per strada se si vuole difendere la maggioranza democratica al Congresso, oggi minacciata da un certo clima di insoddisfazione che serpeggia nel suo elettorato. Ma non solo. Un sondaggio Gallup rivela che la credibilità della politica tutta, non solo quella del presidente, è crollata agli occhi degli americani. Solo il 36% si fida dell’inquilino della Casa Bianca, 15 punti persi in un anno, e addirittura appena l’11% ha espresso fiducia nei confronti del Congresso, mentre a ispirare gli americani sembrano essere i militari (il 76 per cento degli intervistati dice di stimarli e di credere in loro.
Ma al voto mancano più di tre mesi, e Obama ha già cominciato a cercare di risalire la china. «Il cambiamento - ha aggiunto nel suo video ai blogger - è duro. Ma se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi ultimi 18 mesi, è che ’ cambiare è possibile».
Parole accolte dall’applauso convinto della platea. Tuttavia, racconta il Washington Post, c’è stato qualcuno che ha mugugnato. «Ci sono molti democratici che sarei felice se tornassero a casa», ha detto Markos Moulitsas, fondatore della Convention tre anni fa. «C’è un prezzo che bisogna pagare per essere incompetenti e nullafacenti». Ma contro posizioni di questo tipo, è intervenuta anche la Speaker del Congresso, Nancy Pelosi: «Con il Congresso in mano ai democratici si sono aperte le porte a molte riforme, penso a quella della Sanità e a quella di Wall Street. Se in futuro vinceranno i repubblicani quelle porte si chiuderanno».

Sulla stessa linea, Nathan Daschle, direttore dell’associazione dei governatori democratici: «Abbiamo combattuto molto duro per farla finita con Bush e tutto quello che rappresenta.
È facile pensare che avendo vinto le elezioni del 2008, quella battaglia sia finita per sempre. Ma non è così, tocca combattere di nuovo».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica