La sfida con l’Iran arma elettorale a favore di Romney

Se le presidenziali del prossimo novembre si svolgessero oggi e lo sfidante fosse Mitt Romney, il presidente Barack Obama uscirebbe sconfitto di misura: secondo un sondaggio Cnn/Orc, l'ex governatore del Massachusetts avrebbe infatti il 48 per cento dei voti contro il 47 per cento dell'attuale inquilino della Casa Bianca. Intanto, come una spada di Damocle, l’Iran incombe sulla campagna del presidente Barack Obama per la rielezione della Casa Bianca, costringendolo a flettere i muscoli per non apparire debole, ma anche a esercitare moderazione per non danneggiare la fragile ripresa economica. «Se Obama sarà rieletto, l’Iran avrà l’arma nucleare», ha affermato il superfavorito per la nomination repubblicana, Mitt Romney, che accusa il presidente di essere, «ingenuo», capace solo di condurre con Teheran una politica basata sui «per favore». Ma al di là della retorica elettorale, il vero nodo del braccio di ferro con il regime iraniano arriverà al pettine a giugno.

In base a una legge adottata dal Congresso, Obama dovrà decidere se adottare - nell’ambito di un inasprimento della sanzioni economiche contro l’Iran - misure restrittive anche contro i Paesi che continueranno ad acquistare petrolio iraniano attraverso la Banca Centrale di Teheran.

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