Cronaca locale

È sfida Milano-Torino per conquistare il grande raduno nazionale dei carabinieri

È scontro tra Torino e Milano per il raduno nazionale dei carabinieri del prossimo anno. Il capoluogo lombardo starebbe tentando di garantirsi l’appuntamento che sotto la Mole avevano inserito nel calendario delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia. «Torino ha già troppi raduni militari», spiegano da Milano. La città, inoltre, è forte dell’appoggio del ministro della Difesa Ignazio La Russa. «Politicamente sono assolutamente milanese, amo questa città e sono contento che l’associazione dei carabinieri abbia scelto Milano, se la decisione è già avvenuta, come luogo dove celebrare il 150esimo anniversario l’anno prossimo», aveva detto il ministro sabato scorso, in occasione della festa dell’Arma. «Io amo Torino - aveva concluso La Russa -, ma credo che non si possa discutere la scelta dei carabinieri di scegliere Milano, che è una città tradizionalmente legata ai militari».
A scatenare la querelle tra le due città sarebbe stata una lettera del comandante della Regione militare Nord Ovest, generale Franco Cravarezza, recapitata nei giorni scorsi al presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta. La missiva elenca tutti i raduni militari che Torino ospiterà l’anno prossimo, proprio in occasione del Centocinquantenario, tranne quello dei carabinieri che era in programma il 21 e 22 maggio 2011. Di qui, l’accusa a Milano di voler «scippare» l’evento.
Torino, però, non ci sta. «Spero che il sottosegretario Crosetto si faccia garante - ha detto questa sera il coordinatore piemontese del Pdl, il senatore Enzo Ghigo, di fronte al presidente della repubblica Giorgio Napolitano - della presenza dell’adunata dei carabinieri a Torino, dove sono nati».
Agostino Ghiglia, vicecoordinatore piemontese del Pdl, scriverà invece una lettera al ministro La Russa «per comprendere i motivi per i quali non si dovrebbe svolgere a Torino il raduno dei carabinieri del 2011».

«Torino - conclude Ghiglia - è e sarà valorizzata come merita per i 150 anni dell’unità nazionale».

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