Sfila l’armata dei padri: «Basta con i figli negati»

In marcia, da piazza Venezia al Colosseo, anche Enrico che dopo otto anni ritrova la figlia

«Papà c’è, i figli no» è la scritta che campeggia sulla maglietta bianca, con al centro un cuore rosso, indossata da centinaia di padri separati e divorziati, che da anni non riescono a vedere i loro figli e che ieri mattina, in occasione della «festa del papà», hanno sfilato nel centro di Roma, da piazza Venezia al Colosseo.
«Vivere senza figli è come essere morti dentro» dicono i manifestanti, esasperati da lunghissime vicende giudiziarie, in rotta con ex mogli che gli impediscono di esercitare il loro diritto di padri. Oggi, organizzati nella «Armata dei padri» (Movimento pacifista per i diritti civili dei figli dei separati) sfilano dietro un grosso striscione con la scritta «mai più figli rapiti» e tante croci bianche in mano.
«Noi vogliamo una legge che punisca il rapimento di un figlio - ha detto Giorgio Ceccarelli - presidente dell’associazione Figli negati - in Italia abbiamo migliaia di bimbi desaparecidos, ma non è prevista nessuna norma contro questi comportamenti di uno dei genitori, nemmeno il fermo di polizia, come avviene in paesi come la Svizzera e gli Stati uniti».
A piazza del Colosseo c’è stato anche un papà premiato, Enrico Cori che, dopo 8 anni di estenuanti tentativi e ricerche è riuscito a ritrovare, in un paese della Francia, la figlia Valentina, che le era stata sottratta dalla madre della bambina.
Molti invece i padri ancora in attesa di poter riabbracciare i loro figli, come Salvatore Gallo di Torre Annunziata che racconta di abitare a poca distanza dalla moglie e dai tre figli di 7, 8 e 12 anni. «Il giudice mi ha concesso di vederli il sabato e la domenica, ma non riesco ad esercitare questo diritto. Nonostante io abbia presentato 104 denunce mia moglie si chiude in casa con i figli e non mi apre. All'uscita di scuola arriva al punto di portarli via nascosti sotto una coperta». I manifestanti hanno rivolto anche un appello al Papa «confidiamo in una parola di conforto - hanno detto - per i padri e i figli che soffrono per la lontananza forzata».
Ma a dare la propria solidarietà all’«armata dei padri» ieri è arrivato anche il leader di «Italia dei Valori», Antonio Di Pietro. «Noi abbiamo rivolto un appello a tutte le forze politiche .- ha precisato Ceccarelli, dell’associazione Figli negati - e raccogliamo il sostegno di tutti, ma siamo e vogliamo restare un movimento apartitico».
Tra i manifestanti Stefano Bianchi, padre di Ruben, che ha 6 anni e lui non lo vede da due. «Mia moglie che è Svizzera - racconta l’uomo - l’ha rapito per due volte e ora vive nascosta con lui, una vita da latitante da due anni.

Il bambino - ha proseguito Bianchi - non solo non può vedere me, a cui è stato affidato in via definitiva dalla magistratura elvetica, ma non può nemmeno andare a scuola e fare una vita normale. Quello che è davvero assurdo poi è che la madre, che ufficialmente sarebbe ricercata, oggi ha addirittura rilasciato un'intervista a un periodico elvetico».

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