da Roma
Ieri era a Montecitorio, e non si sentiva per nulla «risarcito» dopo gli attacchi subiti nellultima settimana, nemmeno dopo lincriminazione del suo grande accusatore, Enrico Deaglio. Fermato in Transatlantico dai giornalisti, Beppe Pisanu non nascondeva il suo malumore: «Non voglio fare interviste, non voglio fare dichiarazioni. Però sappiate questo: che io andrò fino in fondo con la mia causa legale contro quel giornalista, perché sono stato calunniato, e perché il suo documentario conteneva accuse eversive sul principio stesso della democrazia, la correttezza delle operazioni elettorali di cui io ero garante». Ma non è nemmeno arrivato a fine serata, lex ministro dellInterno del governo Berlusconi, che ha dovuto fare una deroga al suo proposito di non intervenire pubblicamente nella vicenda. Loccasione per una nuova dichiarazione di fuoco sulla vicenda aperta dal documentario di Deaglio Uccidete la democrazia glielha offerta il Tg1 di Gianni Riotta che ha fatto infuriare Pisanu. Il deputato azzurro aveva stilato una lettera indirizzata al presidente della Commissione di vigilanza, Mario Landolfi, e resa pubblica durante laudizione di ieri: «Scrivo per manifestare tutta la mia amarezza - osservava Pisanu nella lettera - per essere stato additato quale uccisore della democrazia dopo una vita politica spesa al servizio degli ideali democratici, contro ogni forma di eversione e, in particolare, contro quel terrorismo che, assassinando lavoratori come Guido Rossa, politici come Aldo Moro e servitori dello Stato come il commissario Calabresi, tentò davvero di assassinare la democrazia italiana». Parole di fuoco, a cui lex ministro aggiungeva: «Sono stupito per il trattamento riservato dal servizio pubblico e segnatamente dal Tg1 ai presunti brogli elettorali denunciati attraverso il dvd Uccidete la democrazia: una insensata congettura - scriveva lex ministro degli Interni - che, per lappunto, mi accusa di aver manipolato i risultati delle ultime elezioni politiche a favore del mio partito, abusando dei poteri di ministro dellInterno». Quindi laffondo definitivo. «Per ragioni che non riesco a spiegarmi - scriveva ancora il senatore di Forza Italia - il servizio pubblico ha dato risalto e credibilità alla cosa anche dopo la mia pubblica precisazione del 23 novembre». Quelle, insomma, in cui Pisanu definiva «assolutamente infondate, false e calunniose le affermazioni di un settimanale circa presunti brogli sui risultati delle ultime elezioni politiche».
Nella stessa audizione, il direttore del Tg1 ha difeso il suo operato così: «Si è polemizzato sul fatto che ci fosse stata troppa informazione o troppo poca. Noi - spiega Riotta - abbiamo fatto il giusto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.