Sfratti, deciso lo stop: l’ira dei proprietari

da Milano

Mossa elettorale di un esecutivo al tramonto. Con immediate polemiche politiche. Il governo ha deciso ieri di prorogare gli sfratti ma non ha ancora scelto lo strumento da utilizzare. Due le strade percorribili: un decreto legge o un emendamento al «milleproroghe». La decisione, resa nota dal ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, è ritenuta necessaria in attesa della realizzazione degli interventi di edilizia residenziale già in programma. Palazzo Chigi ha anche incaricato il ministro Vannino Chiti di «acquisire l’orientamento delle Camere in proposito».
Il provvedimento interessa almeno tremila famiglie disagiate, dove cioè vivono persone disabili, malati terminali o ultrasessantaciquenni, e che hanno un reddito familiare lordo di 27mila euro. Tutti nuclei familiari a rischio di ritrovarsi senza un’abitazione.
I proprietari, contrari alla decisione del governo, hanno subito alzato la voce. Per l’Arpe-Federproprietà, non ci sono i requisiti di necessità d’urgenza: «C’è da chiedersi se un governo in carica per il solo disbrigo degli affari correnti possa approvare un decreto-legge su una materia così importante». L’Assoedilizia invece ritiene la proroga un fatto «straordinario ed eccezionale»; la decisione «maschera l’incapacità dei nostri governanti di adottare misure serie ed efficaci». Durissima l’Uppi (Unione piccoli proprietari immobiliari) secondo cui «ancora una volta i sacrosanti diritti dei piccoli risparmiatori vengono calpestati per sopperire all’atavica incapacità delle istituzioni di risolvere in tempi rapidi i problemi della gente».


Sul fronte politico, ironico il presidente dei senatori della Lega, Roberto Castelli che ha sibilato: «Qualcuno dica a Ferrero che il governo è caduto». Positiva, invece l’accoglienza dall’Anci (è un «atto che dimostra senso di responsabilità») e dal Sunia («va bene ma non basta»).

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