Sfruttare l’euro forte e investire i risparmi: ecco come difendersi

Il nemico è meno pericoloso e fa meno paura se lo si conosce bene. Può essere utile quindi cogliere l’occasione dell’ultima (inquietante) rilevazione dell’Istat per fare un po’ il punto su cosa sia l’inflazione e cosa comporti per la nostra vita.
In apparenza l’inflazione è un fenomeno semplice: «I prezzi aumentano in modo generalizzato e continuativo»; tuttavia questa definizione è limitata perché si riferisce esclusivamente al punto di vista del consumatore, in realtà si tratta di un fenomeno abbastanza complesso che richiede un minimo sforzo di comprensione, dal momento che impatta sull’economia da diversi lati. Per praticità concentriamoci più sugli effetti che sulle cause: la conseguenza più sgradevole dell’inflazione è un vasto e arbitrario trasferimento di ricchezza.
Tanto per cominciare un regime di alta inflazione sposta denaro da chi percepisce un reddito fisso verso chi può adeguare i propri compensi. Un primo assaggio di questo fenomeno si è avuto con l’introduzione dell’euro, dove chi forse aveva una posizione eccessivamente «comoda», vale a dire posto fisso e stipendio relativamente alto, si è visto impoverire a vantaggio dei «flessibili» (commercianti, professionisti, artigiani, prestatori d’opera) che hanno potuto adattare la loro remunerazione.
Un secondo trasferimento si ha a favore di chi è debitore e a sfavore di chi detiene denaro liquido. Esempio: se uno deve restituire una somma che ha un «valore» equivalente a dieci pomodori, in conseguenza dell’inflazione quando dovrà saldare il debito il «valore» della somma restituita sarà pari non più a dieci ma, diciamo, a sette pomodori, con conseguente vantaggio. Ovviamente il contrario accade a chi lascia il denaro sotto il materasso, perché con quel denaro potrà acquistare una quantità di giorno in giorno sempre inferiore di beni reali. Niente dovrebbe accadere in teoria a chi possieda beni il cui prezzo possa rivalutarsi, come ad esempio: immobili, azioni, opere d’arte.
Posto che questa che stiamo sperimentando è un’inflazione «diversa» (vale a dire che sembra guidata da un aumento dei prezzi dei beni di base dovuto all’affacciarsi di miliardi di nuovi consumatori, indiani, cinesi, piuttosto che da un aumento della massa monetaria), come ci si può difendere? Conviene innanzitutto prestare attenzione ai propri risparmi, cercando investimenti adatti alla propria attitudine al rischio ma evitando di mantenere somme inattive giacenti in casa o sul conto corrente a interessi zero.
Un buon consiglio poi è usare internet: la possibilità di confrontare i diversi prezzi on line, comodamente a casa propria, consente di sfuggire facilmente ai fenomeni speculativi, vale a dire agli aumenti ingiustificati che qualche commerciante potrebbe essere tentato di applicare. Poi (anche se non fa bene all’economia italiana in generale) si può suggerire di sfruttare la forza dell’euro: i prezzi dei beni in dollari sono ormai così bassi per un europeo che in qualche caso l’acquisto «a distanza» risulta conveniente anche includendo costi di trasporto e doganali.
L’unica cosa da evitare è uno scenario in cui all’inflazione si accompagni una stagnazione, o peggio una recessione di lungo periodo: per questo il primo obiettivo deve essere la crescita.

Se c’è sviluppo anche l’inflazione, per quanto fastidiosa, può essere gestita, in quanto anche la categoria più a rischio, quale quella dei lavoratori dipendenti, può trovare con più facilità un lavoro meglio pagato. Senza crescita invece cominciano i problemi seri, e di quelli ne abbiamo già abbastanza.
posta@claudioborghi.com

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