Sgarbi fa le valigie per Roma: forse sarà sovrintendente

Milano lo molla, Roma se lo piglia. Forse non da assessore, magari da super consulente. Più probabilmente alla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio

Milano lo molla, Roma se lo piglia. Forse non da assessore, magari da super consulente. Più probabilmente alla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio. Vittorio Sgarbi, l’ormai ex responsabile della Cultura di Palazzo Marino non resterà (come era prevedibile) a lungo disoccupato. Oggi l’incontro con il neo sindaco della Capitale Gianni Alemanno che ieri si è sperticato in lodi. «Sarà sicuramente coinvolto - le parole del sindaco di Roma - perché lo ritengo una delle migliori menti per questo compito. Sarà utile per realizzare un bilancio positivo in questo settore». Diverse le ipotesi già in campo. Difficile un posto da assessore, casella che sembra destinata al saggista Umberto Croppi, uomo di fiducia e ideologo della irresistibile ascesa di Alemanno. Da Milano i collaboratori del critico pronosticano un posto alla programmazione delle mostre del Comune di Roma. Un ruolo che sembra il più adatto dopo il boom di esposizioni e soprattutto di visitatori (addirittura raddoppiati) che si è visto nei due anni di regno del critico in piazza Scala. Con qualche polemica, ma soprattutto tanta visibilità, anche internazionale, per una città che negli ultimi anni era un po’ sparita dai palcoscenici importanti. Ma anche questa potrebbe non essere la destinazione finale. «Abbiamo in progetto con Sgarbi - ha detto ieri Alemanno - di realizzare un rilancio positivo della conservazione e della valorizzazione dei beni culturali che, ad oggi, non presentano un bilancio molto positivo».

Ecco allora che la Soprintendenza potrebbe essere il posto giusto. Nomina che spetta al ministero. E così presto Alemanno dovrebbe chiedere a Sandro Bondi di interessarsi alla pratica. «Un’intelligenza come quella di Vittorio va coinvolta - aveva detto il neo ministro commentando il suo licenziamento - Troveremo la forma per collaborare». Da Milano nessun rimpianto. «Non conosco i progetti del sindaco Alemanno - la fredda replica di Letizia Moratti -, quindi non mi sento di dargli consigli. Lui conosce bene le tematiche della sua città e saprà affrontarle tutte. Comprese quelle culturali. E nel modo migliore». «Preferisco un incarico da consulente piuttosto che da assessore - le parole di Sgarbi -, non ho presentato una lista alle elezioni e non posso avere un ruolo politico diretto». E a proposito della teca dell’Ara Pacis, assicura che «la congruenza tra me e Alemanno è molto più forte di quella che c’era con la Moratti: Alemanno ha aperto la sua sindacatura citando la mia battaglia epocale contro la teca di Meier. Una battaglia che ovviamente proseguirò».

Duro anche il commento alla sua esclusione dal governo. «Non so chi abbia posto il veto. So di essere un soggetto che non offre garanzia di totale obbedienza, ma ho semplicemente pensato che le mie competenze sarebbero state perfette per il ministero della Cultura».

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