Sgarbi ospita scrittori. A casa Ariosto

Elisabetta e Vittorio trasformano in residenza per autori il palazzo medievale ereditato dall’autore dell'Orlando Furioso. Ieri l’inaugurazione. Attesi Eco, Coelho, Cunningham e Tahar Ben Jelloun

Sgarbi ospita scrittori. A casa Ariosto

nostro inviato a Ferrara

Elisabetta e Vittorio Sgarbi come Beatrice e Gregor von Rezzori? Un parallelo forse azzardato e magari irriverente, anche se non sapremmo dire nei confronti di quale delle due coppie. Comunque legittimo e concesso: dal senso dell’arte e dalla predisposizione al coraggio.
Occorre adorare l’arte e possedere parecchio coraggio, cioè l’inclinazione caratteriale a tentare qualcosa fuori dal comune e di rischioso, per aprire una casa per gli scrittori. Per pensare e realizzare, cioè, un luogo molto fisico, ma affittato alla metafisica. Un luogo privilegiato, ad uso degli artisti, per rifugiarsi, riflettere, scrivere, creare. Un rifugio per la mente che però possieda tutti i comfort necessari al corpo. Un’idea in assoluta controtendenza in un tempo come il nostro, in cui il must sociale più agognato e diffuso è una settimana in una Spa dove rilassare il fisico e annichilire la mente, dove l’obiettivo è non pensare.
Beatrice e Gregor von Rezzori la loro «casa per gli scrittori» l’hanno realizzata a Donnini, nella Toscana selvaggia, abbastanza lontana da Firenze per proporsi come buen retiro per intellettuali e artisti, meglio se irregolari. Trenta ettari, due case coloniche del Cinquecento, un antico fienile, una torre di avvistamento trecentesca: è il podere acquistato alla fine degli anni Sessanta e ristrutturato nel tempo dai Rezzori e, dopo la morte del barone-scrittore, trasformato dalla vedova, Beatrice Monti della Corte, nella tenuta di «Santa Maddalena», una «residenza aperta» dove qualche fortunato scrittore può rifugiarsi per una parte dell’anno a lavorare, lontano dagli affanni del mondo. Da allora a Donnini sono passati, e hanno scritto le loro opere, l’irlandese Colm Tòibin, l’americano Edmund White, il dissidente russo Viktor Erofeev, l’afro-americana Zadie Smith. Bruce Chatwin vi scrisse una parte di Utz, mentre la slovena Brina Svit vi ritrovò l’ispirazione.
L’ispirazione, e una pianificata follia, è ciò che ha mosso, oggi, nel loro progetto Elisabetta e Vittorio Sgarbi, probabilmente l’azienda intellettuale che produce maggiori utili in Italia, sorella regista&editore e fratello sovrintendente&critico, figli di mamma Rina, sorella di Bruno Cavallini, grande irregolare del pensiero dedito agli studi classici che a Ferrara visse, fino al 1984, in un palazzo storico nel cuore della città, ora in via Giuoco del Pallone, dove Ludovico Ariosto compose ampie parti dalla prima versione dell’Orlando furioso e dove mise in scena per i familiari le sue prime composizioni teatrali. Oggi, con un colpo di teatro, la casa Cavallini-Sgarbi diventa una residenza per scrittori e artisti. Anzi, le case Cavallini-Sgarbi. Infatti il palazzo, di epoca medievale, restaurato e ristrutturato, è costituito, su tre piani, da altrettanti appartamenti, artisticamente arredati e dotati: pavimenti, soffitti e mobili d’epoca, dal rustico del Seicento al rococò al Biedermeier, e opere di artisti contemporanei, tutti coerentemente sgarbiani per eccentricità e non-conformismo: Claudio Parmigiani e Piero Guccione, lo scultore Augusto Murer, il pittore sordomuto Antonio Stagnoli, lo scrittore-artista Diego Marani...
Dal Medioevo al contemporaneo, dal contemporaneo al futuro, cioè tra pochissimo, quando scrittori, attori e musicisti, per ragioni di lavoro e ricerca, decideranno di fare tappa in questo edificio nel cuore di Ferrara. Nate, e inaugurate ieri, come hotel de charme, le case Cavallini-Sgarbi sono destinate a ospitare, oltre a turisti raffinatamente esigenti, il meglio dell’intellighenzia italiana e straniera, alla quale i due fratelli vorranno cedere le stanze in cui trascorsero parte della loro giovinezza. Nei tre appartamenti - chiamati «Vittorio», «Elisabetta» e «Caterina» – arriveranno in tanti, a partire dagli autori della scuderia Bompiani, da Paulo Coelho a Michael Cunningham fino a Umberto Eco, forse. Ieri sera all’inaugurazione intanto c’era anche Dario Franceschini, ferrarese e in catalogo Bompiani. E durante le vacanze di Natale, prima dell’apertura, qui ha alloggiato lo studioso Nuccio Ordine, mentre Tahar Ben Jelloun si è già prenotato per quest’estate. Scriverà un racconto sull’Italia.
E così, dopo un anno di lavori, il palazzo torna alla sua vivacità e singolarità letteraria. Costruito nel Tre-Quattrocento, e di proprietà del canonico Brunoro Ariosto fin dal 1471, l’edificio ospitò a suo tempo il fratello Niccolò e suo figlio Ludovico, che vi abitò per lunghi periodi, poi passò a diverse famiglie ferraresi – i Federici, i Righetti, gli Agnoletti – fino a quando, nell’Ottocento, finì al critico d’arte Ferdinando Ughi, che a sua volta nel 1913 lo vendette al pittore Oreste Buzzi il cui figlio, nel 1943, lo cedette alla famiglia Cavallini. Qui, insieme alla madre Caterina Cavallini, «mamma Rina», Vittorio ed Elisabetta abitarono negli anni dell’università, agli inizi dei Settanta.
E oggi ci ritornano, come ospiti più che come proprietari, di una casa, anzi tre, elegantissime nella loro semplicità. Tutto è come allora: i «pezzi» dell’arredamento, le cassapanche, i quadri di Murer acquistati da mamma e papà Sgarbi nel ’68, la lampada di Franco Albini, il parquet d’antan, i bagni curatissimi degli anni Sessanta. Una meravigliosa dimora storica, ma con tocco d’arte assoluto. C’è persino la prima e unica opera pittorica di Vittorio Sgarbi: le ante in legno di una finestrella della cucina di uno degli appartamenti dipinte di colori sgargianti, 1970-74 circa. Senza prezzo.


Il palazzo cittadino dei Cavallini-Sgarbi a Ferrara, la dimora dei Rezzori in Toscana, il Castello Malaspina di Fosdinovo, in Lunigiana, dove due marchesi trentenni da un paio d’anni invitano – a creare nuove opere - scrittori e artisti under 40, e addirittura la «Fattoria degli scrittori» sperimentata l’estate scorsa in un agriturismo di Pollica, nel Cilento, dove un gruppo di aspiranti romanzieri ha vissuto insieme a editor e editori, in un singolare reality-letterario per affinare l’arte della scrittura. Charme e idee, al netto del business. Le chiamano le nuove frontiere del Gran Tour culturale.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica