Sgominata un’altra squadra

Non è vero che l’inchiesta Piedi puliti è uguale a Mani pulite, è il contrario: è Mani pulite che era orribilmente uguale a questa, è Mani pulite che divenne un canaio come un’inchiesta sul calcio non potrebbe non essere in Italia, è Mani pulite che accoglieva gli arresti come gol della nazionale e che importava dalla civiltà calcistica (si fa per dire) boati e risse, applausi e monetine e tifoserie da stadio e cori e striscioni e bandiere e discussioni appunto da bar dello sport: e Di Pietro come Baggio, partiti contro partiti piuttosto che squadre contro squadre. Erano le trasmissioni di Santoro e di Lerner che erano identiche a come è sempre candidamente stato Il Processo del Lunedì, erano i giornali moderati che urlacchiavano e indossavano magliette come oggi fanno le gazzette sportive cui ora si è aggiunta La Stampa, era Mani pulite che dava la parola a Funari come oggi la dà a Totti.

Le isterie e le urla in falsetto sono dunque e finalmente nella loro dimensione naturale, e prendetemi pure a pallonate: ma non ho nessuna pietà per quel mondo di tifosi che ora sbraita di moralità ma che per una vittoria della propria squadra rapinerebbe una banca, per quel Paese composto da 55 milioni di commissari tecnici ma da zero presidenti del Consiglio, pronti a spiegare ogni cosa col fatto che l’arbitro è venduto e cornuto, pronti a spiegare ogni cosa, identicamente, col fatto che il politico è ladro e corrotto. Accendano la tv e seguitino a godersi lo spettacolo.

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