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da Gaza

È il secondo atto terroristico in due settimane apparentemente legato al ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza: un colono israeliano in Cisgiordania ha aperto il fuoco, senza essere stato provocato, contro un gruppo di operai palestinesi, uccidendo quattro di loro e ferendo almeno un altro.
L’episodio è avvenuto nell’insediamento di Shilo, a nordest di Ramallah. Ieri pomeriggio un colono, abitante nel vicino insediamento di Rahel Shvut, autista di una società di autotrasporti, è giunto a Shilo alla guida di un furgone assieme a due manovali palestinesi di un villaggio vicino.
In base alle testimonianze di persone sul posto, giunto all’ingresso di Shilo l’uomo, Asher Weisgan, di 38 anni, si è rivolto alla persona di guardia al cancello chiedendo un bicchiere d’acqua. Dopo aver minacciato la guardia con un coltello, si è impadronito della sua arma e ha sparato a bruciapelo contro i due manovali palestinesi, uccidendoli.
Weisgan è poi sceso dalla vettura e ha cominciato a correre dentro l’area industriale dell’insediamento sparando contro un gruppo di altri operai palestinesi. Ne ha ucciso un terzo e ha feriti altri due, che sono poi stati trasportati d’urgenza in un ospedale di Gerusalemme.Le condizioni di uno dei feriti sarebbero molto gravi.
Il colono è stato fermato da altre guardie arrivate nel frattempo, che lo hanno arrestato e consegnato alla polizia, sopraggiunta in forze assieme a soldati.
Secondo la testimonianza dei suoi amici, Asher Weisgan, sposato con due figli, non era un estremista. Ma negli ultimi giorni era caduto in un profondo stato di depressione, con ogni probabilità a causa del ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza.
Per lo stesso motivo meno di due settimane fa, nella cittadina di Shefaram, in Galilea, un estremista ebreo, Eden Nathan Zada, aveva aperto il fuoco sui passeggeri arabi israeliani di un autobus uccidendo quattro persone prima di essere a sua volta linciato dagli abitanti furibondi.
Che il movente di questi atti di terrorismo sia quello di sabotare il ritiro di Israele è la convinzione espressa dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen (Mahmud Abbas), che nel condannare il gesto ha tuttavia esortato i palestinesi ad astenersi dal compiere vendette.
Chi invece ha promesso vendetta è il movimento islamico Hamas, il cui portavoce Mushir al-Masri ha però lasciato intendere che non sarà immediata, ma sarà compiuta dopo la conclusione del ritiro di Israele da Gaza.
Unanime la condanna del gesto in Israele. Il primo ministro Ariel Sharon ha affermato che è stato un atto di «terrorismo ebraico contro innocenti» al fine di arrestare il ritiro da Gaza. Condanne anche da esponenti del movimento dei coloni.

Benzi Lieberman, segretario generale del Consiglio rappresentativo degli insediamenti, lo ha definito «un gesto folle», mentre il ministro dell’Edilizia, Yitzhak Herzog, (laburista) ha affermato che nel movimento dei coloni non mancano i «folli».

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