Politica

Da Sharon Stone alla Deneuve, gli ultrà delle altre bollicine

Chi è passato per il centro di Milano questa primavera non ha potuto fare a meno di notare l’enome rivestimento pubblicitario di palazzo Reale: una confezione extralusso di Veuve Cliquot Rosé. Il rilancio in grande stile dell'etichetta rosa francese, costituito anche da un sito internet ricco di informazioni sul millesimato rosé 2000 e da qualche mese di feste e presentazioni di degustazione in cui, naturalmente lo champagne rosé scorreva a fiumi, è soltanto una delle imponenti operazioni di marketing messe in scena dai produttori della frizzante Francia in tutto il mondo. Dom Perignon per promuovere nella dorata west coast l’etichetta rosa ha addirittura creato un fotoromanzo web-rosé ambientato in un hotel a cinque stelle. Protagonisti, Eva Herzigova e il seducente proprietario di una valigia colma di magnum di Dom Perignon Rosé Vintage 1996: il loro incontro si conclude in un trionfo di bollicine sorseggiate tra candide lenzuola. Da poco ha ceduto al fascino del rosé anche la «Ferrari» delle bollicine, il Krug, che ha iniziato una produzione da 300 euro a bottiglia, convincendo estimatori come Springsteen e Sting che lo sorseggiano per ispirarsi, Le Carré, che lo beve a mezzogiorno e Catherine Deneuve e Sharon Stone che ci vorrebbero fare il bagno.

Per la promozione, Krug Rosé ha messo in pista il patron Rémy Krug, che garantisce personalmente la produzione superqualificata, effettuata utilizzando Pinot noir vinificato in rosso proveniente da vecchi vigneti situati nel Grand Cru di Ay e della Montagne de Reims e assemblato con Pinot noir vinificato in bianco, Chardonnay e Pinot meunier.

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