A 23 giorni dal volo del primo uomo nello spazio, il russo Yuri Gagarin, il 5 maggio 1961 andava in orbita il primo americano. Alan Shepard, uno dei «magnifici sette» astronauti della Nasa ad inaugurare l'avventura degli Stati Uniti nello spazio, era partito a bordo della Mercury ed era rimasto in volo per 15 minuti. Era in ritardo rispetto ai russi ma non se la prese: «Quel volo ha messo la nostra nazione sulla via dell'esplorazione e della scoperta, che continua ancora oggi», ha detto oggi l'amministratore capo della Nasa, Charles Bolden, nei 50 anni da quella missione. «Il volo - ha aggiunto - è stato un grande successo e, grazie al successo di Shepard, la Nasa ha potuto guadagnarsi la leadership nel volo umano».
Il progetto Mercury, ha detto ancora Bolden, ha lasciato in eredità agli Stati Uniti «un corpo astronauti e i veicoli che hanno permesso di cominciare lo sforzo dell'esplorazione umana». Il capo della Nasa ha inoltre ricordato che «siamo ancora camminando verso nuovi traguardi nell'esplorazione umana dello spazio». Lo stesso Shepard è stato fra i protagonisti delle missioni sulla Luna, con l'Apollo 14 nel gennaio 1971.
Ha citato ad esempio la Stazione Spaziale Internazionale, dove equipaggi umani stanno lavorando da oltre 10 anni. La prossima sfida, secondo Bolden, è «portare l'uomo a nuove destinazioni nel Sistema Solare».
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