Lo shipping internazionale riunito nel porto di Genova

«Nel settore dello shipping, per incontrare le persone giuste, bisogna venire qui: allo "Shipbrokers and shipagents dinner" di Genova». Gian Enzo Duci, presidente del gruppo giovani di Assagenti, ne è davvero sicuro: a livello internazionale, la cena di gala che venerdì sera alla Stazione Marittima riunirà intorno a 242 tavoli numerosi operatori del settore marittimo - tra agenti, assicuratori, armatori, brokers, noleggiatori, spedizionieri, importatori e distributori - è uno degli eventi più importanti a livello internazionale. Una prova?
«In contemporanea, ad Amburgo e a New York, si svolgono due eventi simili al nostro - sottolinea Duci - Gli operatori, però, vengono da noi, perché negli anni abbiamo saputo raggiungere credibilità e prestigio. Qui possono incontrare clienti, fornitori e concorrenti ».
Ma la cena, giunta alla nona edizione, sarà solo l’evento culminante di una settimana - iniziata ieri - che trascorrerà all’insegna di trattative e incontri tra operatori del settore. E che, secondo le stime dei promotori dell’evento, sarà capace di portare in dote alla città di Genova un indotto di due milioni e mezzo di euro.
Un impatto economico rilevante, per questa iniziativa che quest’anno gode della sponsorizzazione di Bt Italia, Cisco e della Regione Liguria. E che è ormai in grado di vantare numeri davvero di tutto rispetto:«Quelli che possiamo esibire quest’anno sono numeri da record - ha proseguito Duci - perchè avremo a Genova oltre duemila partecipanti provenienti da 45 nazioni diverse, per un totale di circa 240 città, in rappresentanza di più di mille aziende. Un terzo dei partecipanti sono italiani, un altro terzo internazionale: dati che, oltre a testimoniare l’importanza dell’evento, dimostrano come Genova sia sempre più la capitale internazionale dell’economia portuale».
Un’analisi condivisa da Filippo Gallo, presidente di Assagenti, che ha dichiarato come l’obbiettivo della cena sia «far conoscere agli investitori esteri il porto e la città». Ma che ha anche avvertito come, per il porto industriale di Genova, sia concreto il rischio di un futuro tutt’altro che roseo: «A Genova abbiamo molte professionalità, ma del nostro porto industriale c’è ormai poco da vendere. Soprattutto, abbiamo un profondo imbarazzo perché non possiamo vendere il suo futuro: infatti, non sappiamo quando ci sarà una banchina portacontainer o quando saranno fatti i dragaggi».
Secondo Gallo è difficile vendere il porto perchè, Stazione Marittima a parte, «possiamo ospitare traffici limitati, solo con navi di dimensioni medio-piccole. Tutti i terminali possono ospitare navi da cinquemila teus al massimo, mentre per il traffico delle rinfuse il massimo sono 38 piedi di pescaggio». Una critica a cui fa eco quella del presidente dei giovani Duci: «Oggi uno straniero, per approcciare il mercato italiano, viene a Genova.

La professionalità, però, si creano anche da altre parti: se il porto non ci segue nella crescita il nostro diventerà uno scalo sempre meno importante».
Tra gli eventi in programma, anche un workshop (giovedì ore 15, teatro della Gioventù) e una regata non competitiva con barche a vela tra squadre composte dagli ospiti dell’evento (sabato ore 9, Molo Vecchio).

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