Economia

Si accende la partita del digitale terrestre

Si conosceranno lunedì prossimo, 5 settembre, i nomi dei partecipanti al beauty contest per l’assegnazione di sei frequenze televisive per realizzare nuove reti del digitale terrestre. Tra i risultati più evidenti della nuova gara ci sarà l’entrata nel digitale terrestre di Sky Italia, l’emittente a pagamento attiva per ora solo sul satellite. A differenza dell’asta che si sta svolgendo per le frequenze delle reti mobili dove Tim, Vodafone, Wind e H3G hanno già messo sul piatto 2,3 miliardi di euro, quella per le frequenze televisive non è a pagamento. L’assegnazione, infatti, avverrà tramite punteggio a seconda del piano tecnico, commerciale e per la struttura d’impresa dei partecipanti. Insomma, non si tratta di una gara a pagamento e, dunque, su questo fronte, dato che tra chi otterrà certamente una nuova frequenza su cui si potranno aprire nuovi canali televisivi c’è anche Mediaset, le polemiche non sono mancate.
In realtà, un motivo per il mancato pagamento c’è: le frequenze in questione, infatti, erano giù di alcune società televisive (tra cui Rai e la stessa Mediaset), ma sono state restituite allo Stato che le ha rimesse in ordine, come richiesto dalla Ue, per permettere anche a nuove società di entrare nel digitale terrestre. Del resto, da quando l’Authority per le tlc ha prodotto il bando di gara nel 2009, le polemiche e i ricorsi non sono mancati. Ti Media, la società che fa capo a Telecom Italia proprietaria de La7 e di Mtv, ha presentato ben due ricorsi al Tar. Il primo, già nel 2009, per impugnare la deliberà dell’Autorità. Il motivo è semplice. Ti Media, infatti, è stata inserita nel gruppo B dove ci sono si le migliori frequenze a disposizione, quelle per tutto il territorio nazionale che però sono solo due ma anche i concorrenti più titolati, Rai e Mediaset.
Ti Media è dunque già sicura di non riuscire a ricevere nessuna di queste due frequenze. Per questo ha presentato il duplice ricorso, il secondo ha specificato alcune questioni tecniche del primo. Ti Media voleva essere nel gruppo dei nuovi entranti, quello A, dove c’è anche Sky molto probabilmente con Prima Tv, che fa capo a Tarak Ben Ammar, Tivùitalia di Screen Service, Europa 7 e H3G, che ha già un canale televisivo per ora trasmesso sulle frequenze Dvbt, ossia sui telefoni cellulari. Ti Media, che avrà probabilmente una frequenza Dvbt, nel primo ricorso ha anche chiesto all’Autorità 240 milioni di danni. L’Agcom, però, si sente tranquilla sullo svolgimento della gara in quanto anche l’Ue aveva dato parere favorevole per l’equiparazione di Ti Media a Rai e Mediaset perché già presente sul digitale terrestre.
Meno soddisfatta, invece, Mediaset che aveva chiesto alla Ue l’esclusione di Sky che, invece, è stata ammessa anche se non potrà distribuire sul digitale terrestre servizi a pagamento. Ma anche Sky non è soddisfatta (voleva frequenze migliori) e lo scorso anno aveva impugnato la delibera approvata dall’Autorità per le tlc. Nelle intenzioni del ministero, la gara consentirà di aprire ulteriormente il mercato televisivo italiano a nuovi soggetti e di chiudere la procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese avviata dalla commissione europea nel 2006.

Per ora i ricorsi non hanno sortito effetti e la gara, anzi il beauty contest, si svolgerà come previsto.

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