Si combatte alla periferia di Gaza Appello del Papa: fermate la guerra

Prosegue l'offensiva di terra israeliana, giornata di duri scontri a Gaza City: cannonate, lanci di missili e vittime civili. Hamas: catturati due soldati. Israele: non ci risulta. Onu: niente accordo sul documento. Ore 20: scatta l'invasione. Benedetto XVI si appella a israeliani e palestinesi. Il governo italiano: "Forte preoccupazione per le vittime civili". Veltroni contro Frattini. La Ue chiede il cessate il fuoco . Peres: "Nessuna tregua"

Si combatte alla periferia di Gaza 
Appello del Papa: fermate la guerra

Tel Aviv - Dopo l'inizio dell'attacco israeliano di terra e l'ingresso di quattro brigate nella Striscia di Gaza, Tsahal (l'esercito israeliano) è avanzato su quattro diverse direttive, isolando due arterie di accesso a Gaza City e creando un cuneo nella zona centrale, all'altezza della ex colonia ebraica di Netzarim (Nusseirat).

Mentre la scorsa notte al Palazzo di Vetro di New York si è conclusa con un nulla di fatto la riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu, sul terreno fonti locali riferiscono che da Gaza si avvertono distintamente gli echi della battaglia e si vedono alte colonne di fumo elevarsi a nord, nella zona di Beit Lahiya, e a est, nel rione di Sajaiya. Fonti mediche palestinesi e testimoni riferiscono di diverse vittime fra i civili nella stessa Beit Lahiya e in un quartiere commerciale di Gaza City, dove sono piovute cannonate israeliane. A quanto risulta, nel nord della Striscia le forze israeliane si sono appostate a centinaia di metri dal confine, nei pressi delle località di Beit Hanun, Beit Lahiya e Jabaliya: si tratta delle zone da dove per anni i lanciatori di razzi hanno sparato i loro razzi Qassam in direzione del Neghev.

Lanci di missili verso Israele Ma nemmeno oggi la minaccia dei razzi palestinesi può dirsi rimossa. Una decina di essi e diversi colpi di mortaio sono stati sparati in direzione delle città israeliane di Sderot e di Netivot. Un milione di israeliani che vivono a meno di 40 chilometri di distanza da Gaza sono costretti anche oggi a restare in zone protette, nel timore di ulteriori attacchi.

A Gaza City la situazione è drammatica. Da diversi giorni rioni sono privi di corrente elettrica e anche le linee telefoniche sono sull'orlo del collasso. Sulle perdite registrate nell'ultima giornata di combattimenti si sono avute notizie contraddittorie. Da entrambe le parti si denunciano tentativi di guerra psicologica e di disinformazione. Il portavoce militare israeliano ha riferito del ferimento di 30 militari, due dei quali versano in condizioni gravi. In Israele non trova per ora conferma una notizia, divulgata da mass media arabi, della morte di un militare, mentre le Brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas, sul 'Al Jazira' e l'egiziana 'Nile Tv' sostengono addirittura di averne uccisi cinque. Il portavoce militare israeliano "non è al corrente" nemmeno di un misterioso rapimento di due soldati che, sempre secondo Hamas, sarebbe avvenuto oggi a Gaza. La cattura dei due soldati israeliani annunciata da Hamas sarebbe avvenuta, secondo quanto ha comunicato la tv satellitare del Qatar 'Al Jazira', presso il villaggio di Jabal el Kashef, a est di Jabaliya. Sull'episodio non sono stati forniti altri particolari. Il notiziario della tv qatariota ha anche dato notizia di palestinesi feriti quando uno dei missili israeliani ha colpito un'autoambulanza a nord di Gaza, mentre le Brigate Qassam hanno affermato di aver annientato due blindati israeliani. La formazione palestinese Saraya Al Qods ha invece informato di aver distrutto un carro armato dell'esercito israeliano. Combattimenti molto violenti, infine, sarebbero in corso - sempre secondo la tv - vicino all'abitato di Shojaya.

Hamas ammette finora di aver perso due miliziani. Israele assicura che decine di miliziani di Hamas sono stato "colpiti" (e in parte forse uccisi) nei combattimenti della scorsa notte. Complessivamente, dall'inizio della operazione "Piombo Fuso", è stata accertata a Gaza la morte di oltre 470 palestinesi e il ferimento di oltre 2.300. In Israele i razzi palestinesi hanno provocato negli ultimi giorni la morte di quattro israeliani.

L'operazione "Piombo Fuso", ha detto il ministro della difesa, Ehud Barak, potrebbe essere estesa oltre, a seconda delle necessita operativi. Migliaia di riservisti sono stati richiamati nelle ultime ore, secondo la stampa locale. In Israele esiste il timore che gli Hezbollah libanesi possano cercare di aprire un secondo fronte, per alleggerire la pressione israeliana su Hamas. Il premier, Ehud Olmert, ha assicurato che Israele non è interessato in un "secondo fronte" ma resta pronto - ha assicurato - a ogni evenienza".

L'appello del Papa: fermate la guerra Papa Benedetto XVI ha implorato oggi israeliani e palestinesi perché pongano "immediata fine" al tragico conflitto nella Striscia di Gaza, ed ha chiesto "giustizia e pace" per la Terra Santa. "La guerra e l'odio - ha detto - non sono la soluzione dei problemi" e aggravano solo indicibilmente le condizioni delle popolazioni civili innocenti. Benedetto XVI, parlando alle migliaia di persone che affollavano piazza San Pietro sotto le finestre del suo appartamento, ha ricordato come i patriarchi e i capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme abbiano invitato oggi i fedeli a pregare "per la fine del conflitto nella striscia di Gaza e implorare giustizia e pace per la loro terra". "Mi unisco a loro - ha detto - e chiedo anche a voi di fare altrettanto, ricordando, come essi dicono "le vittime, i feriti, quanti hanno il cuore spezzato, chi vive nell'angoscia e nel timore, perché Dio benedica con la consolazione, la pazienza, la pace che vengono da Lui". "Le drammatiche notizie che ci giungono da Gaza - ha proseguito - mostrano quanto il rifiuto del dialogo porti a situazioni che gravano indicibilmente sulle popolazioni ancora una volta vittime dell'odio e della guerra". "La guerra e l'odio non sono la soluzione dei problemi. Lo conferma anche la storia più recente. Preghiamo - ha esortato - affinché il "Bambino nella mangiatoia ispiri le autorità e i responsabili di entrambi i fronti, israeliano e palestinese, a un'azione immediata per porre fine all'attuale tragica situazione".

Oscurate le tv di Hamas Nel contesto della 'guerra psicologica' scattata con l'operazione 'Piombo Fuso', le forze armate israeliane sono riuscite a oscurare a Gaza i programmi della televisione di Hamas, al-Aqsa Tv, e di mostrare agli spettatori un proprio messaggio. Prima si sono viste le immagini dei principali esponenti di Hamas, poi sulla loro fronte e' apparso un mirino rosso. Come in un tiro al bersaglio, le immagini dei leader sono quindi cadute a terra una dopo l'altra. Infine e' stata mostrata una sveglia, ferma sulle ore 9, accompagnata dalla dicitura: 'La vostra ora e' venuta'. Da parte loro diversi siti internet israeliani - fra cui il sito Debka dedicato a questioni di spionaggio - affermano di essere stati oggetto di attacchi cibernetici da parte di hacker arabi. Disturbi di vario genere sono inoltre registrati oggi nella rete internet israeliana.

Peres: "Nessuna tregua" Il presidente israeliano Shimon Peres ha respinto la possibilità di un cessate il fuoco ma ha affermato che Israele non intende occupare Gaza. Lo ha detto in un'intervista rilasciata all' emittente tv statunitense ABC. "Non abbiamo intenzione né di occupare Gaza né di annientare Hamas, ma di annientare il terrore. Hamas ha bisogno di una lezione seria e noi gliela stiamo dando", ha detto Peres che ha anche respinto l'eventualità che il cessate il fuoco possa fermare i combattimenti. "Non possiamo accettare l'idea che Hamas continui a sparare mentre noi dichiariamo il cessate il fuoco. Non ha nessun senso".

Morti 40 palestinesi Quaranta palestinesi sono stati uccisi negli ultimi attacchi. Lo hanno reso noto fonti mediche palestinesi. Tra i morti, secondo il responsabile dei servizi di pronto soccorso palestinesi dottor Muawiya Hassanein, vi sono almeno 22 civili. Uno di loro era l'infermiere di un'ambulanza inviata in soccorso dei passeggeri di un'auto colpita da una connonata sparata da un blindato israeliano. Più di 200 palestinesi, secondo le stesse fonti, sono inoltre feriti.

Sfollati al buio esenza cibo "Sembrava di essere in Afghanistan". Così Abu Anas ci racconta la nottata di inferno trascorsa nella propria abitazione situata presso il Cimitero dei martiri, fra Jabaliya e Beit Hanun, nel nord della Striscia. Alle prime luci dell'alba, come tanti altri, ha preso con sé la moglie, due sorelle e i figli ed è sfollato dai parenti a Gaza con una borsa piena di vestiti. "Per 48 ore non abbiamo dormito affatto", racconta esausto ed impaurito. "Da otto giorni eravamo senza acqua e senza corrente elettrica. Avevamo un pozzo, ma è stato colpito da un F-16 e messo fuori uso". L'ultima notte, trascorsa in una stanza, nell'oscurità, è stata un incubo. "Per sapere cosa succedeva, potevamo ricorrere solo alle nostre orecchie. Come quantità di esplosioni sembrava appunto di essere in Afghanistan. Erano in azione l'artiglieria e la aviazione. Poi sono arrivati anche i blindati, e sembrava di averli dentro casa. Ogni tanto strisciavano accanto ai muri anche i miliziani, sentivamo i loro walkie-talkie. C'erano anche i continui ululati delle sirene delle ambulanze, in cerca di feriti da soccorrere. Un vero inferno".

Ma a Gaza, dieci chilometri più a sud, Abu Anas non ha trovato una situazione molto migliore. Anche nel suo nuovo riparo non ci sono acqua né energia elettrica. Tuttavia c'é la possibilità di fare la spesa, e anche questo conta. Nella tarda mattinata in cucina sono comparsi un sacco di riso, un po' di ceci, perfino lo zucchero che negli ultimi tempi scarseggiava. Un negoziante ha spiegato di aver messo a disposizione della popolazione, visto lo stato di emergenza, gli ultimi viveri fatti arrivare dall'Egitto attraverso i tunnel di Rafah. Da giorni l'aviazione israeliana li colpisce, per impedire l'ingresso di armi, e nuovi rifornimenti non sembrano probabili. Nel suo negozio è stato anche possibile acquistare fazzoletti di carta: una vera rarità, a Gaza City. Il bisogno, di certo, aguzza l'ingegno. Per ricaricare le pile dei telefoni cellulari molti abitanti vanno a pregare in moschea. Là - essendo un luogo di culto - l'energia elettrica non manca, ci sono generatori autonomi. Ma le spine sono limitate e non bastano per tutti i fedeli.
L'esercito israeliano è dunque alle porte di Gaza City. In mattinata si sono registrate nelle strade scene di giubilo quando la televisione di Hamas ha affermato che due soldati israeliani erano stati catturati. Ma poi nessuno è stato in grado di fornirne conferma. Da oltre due anni Hamas tiene in ostaggio il caporale israeliano Ghilad Shalit.

"Se i rapiti fossero tre - ha commentato qualcuno - allora in prigionia Shalit potrebbe anche giocare a carte". Dall'inizio dell'operazione 'Piombo Fuso', i morti sono più di 500. E con il calare delle tenebre inzierà a Gaza un'altra nottata di incertezza e di ansietà.

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