da Milano
Electrabel rifiuta la cessione delle sue attività nucleari in Belgio, condizione posta dal governo belga per il via libera alla fusione di Suez con Gaz de France (Gdf). Ad affermarlo è stato ieri il patron di Electrabel e numero due di Suez, Jean-Pierre Hansen, che in una intervista al quotidiano di Bruxelles Le Soir si oppone alle misure indicate dalla Commissione di regolazione dellelettricità e del gas (Creg).
«Il catalogo di misure redatto dalla Creg non può essere una base di discussione», dice Hansen, «ci opporremo fortemente». Il numero due di Suez precisa, quanto alla cessione dei sette reattori nucleari in Belgio: «È esclusa, perché resto fautore di un operatore unico per il nucleare». E nel caso in cui il governo del liberale Guy Verhofstadt cercasse di forzare la mano, Hansen mette in guardia: «Delle misure autoritative dovrebbero essere fondate sul diritto, e il governo dovrebbe assumersene le conseguenze».
Enel ha intanto ribadito ieri che nel consiglio di amministrazione del 22 marzo scorso non ha discusso della possibile scalata a Suez ma ha solo analizzato e approvato i dati di bilancio 2005. «LEnel - dice una nota della società - su richiesta delle Autorità italiane e francesi preposte alla vigilanza dei mercati finanziari in merito alla veridicità di una notizia riportata da un bollettino di informazione francese conferma che nella seduta del 22 marzo il Consiglio di amministrazione ha discusso e approvato i dati di bilancio 2005 e non ha trattato il dossier Suez/Electrabel, come autorevolmente dichiarato dallo stesso Presidente della Società Piero Gnudi».
Romano Prodi ha infine attaccato ieri Silvio Berlusconi per la gestione della vicenda Enel e sui rapporti Italia-Francia.
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